

la supervisione delle Nazioni Uni te e ricorrendo a l tribunale federale per
richiedere l'annullamento della consultazione così come programmata. Quando
il ricorso venne respinto, Mari Bas, leader del Movimiento Pro Independencia,
invitò i suoi sostenitori ad astenersi dal voto.
Il voto confermò, con un margine tuttavia molto ristretto, l a soluzione
dello « estado libre asociado ». Tuttavia i l nuovo partito annessionista (State-
hood Party) ottenne i l 39% dei voti, sfiorando la maggioranza nella capitale
San Juan ed ottenendola nel la seconda ci t tà dell'isola, Ponce: i n f a t t i è
proprio nelle città, dove l'industrializzazione è prospettiva più concreta e dove
si sono sentiti i suoi vantaggi a breve scadenza, che prende piede l'idea d i
rafforzare i contatti con gl i Stati Uni t i .
I l
successo dello Statehood Party
al referendum preannunciò i l risultato delle elezioni per la carica di governatore
del 1968, quando per la prima volta i l Partito Popolare Democratico, rappre-
sentato dal successore di Luis Muitioz Marín, Roberto Vilella, venne sconfitto
ad opera degli annessionisti.
Il nuovo governatore, Luis Ferré, è n o n a caso — anche i l p i ù
grande industriale dell'isola, e rappresenta soprattutto l e aspirazioni del la
borghesia urbana, la cui forza aumenta con i vantaggi che essa riceve o si
aspetta di ricevere dallo sviluppo economico che fanno balenare le prospettive
industriali.
III. — La crescita dell'industria è la parola d'ordine per Porto Rico oggi.
Lo conferma un trionfalistico articolo apparso i l 12 aprile sull' <Economist »
(e ripreso dal « Giorno » i l 22 aprile), nel quale si legge testualmente che
«problema urgente, per i l governo Ferré, è quello d i distribuire nell'isola l a
prosperità che ora s i sta accentrando intorno a San Juan ed al la zona
petrolifera e petrolchimica raccolta intorno a Ponce. »
Ci vuole un bel coraggio a parlare di prosperità quando i l reddito medio
individuale nel 1967 era di 1047 dollari, meno di un terzo di quello degli Stati
Uniti, e quando g l i ul t imi dat i disponibili sull'istruzione scolastica (1960)
indicano che, su 925.000 persone oltre i 25 anni, 213.236 non avevano fatto
neppure un anno d i scuola, mentre 505.000 persone non avevano f ini to l e
elementari. L'aumento dell'industrializzazione per i l momento sembra servire
soprattutto ad aggravare la già pesante divergenza tra le città, soprattutto San
Juan
e Ponce, e la campagna.
Le due città principali, con i loro 907.000 abitanti complessivi (rispettiva-
mente 750.000 e 157.000) raccolgono più d i un terzo dei 2.697.000 abitanti
dell'isola. Inutile dire che l'industrializzazione indiscriminata e non pianificata
della « Operation Bootstrap » ( i l programma con cu i s i cerca d i attirare
investimenti nell'isola) non potrà fare altro che accentuare la tendenza all'ab-
bandono delle campagne, impostando f in dall'inizio lo sviluppo economico i n
maniera squilibrata, e soprattutto completamente dipendente dagli investi-
menti americani.
L'urbanizzazione crescente è comunque sintomo della difficoltà i n cui si
trova l'agricoltura dell'isola, che tuttavia resta la principale fonte d'occupazione,
con 136.000 addetti: ma l'impostazione monoculturale tipica dei paesi latino-
americani che vivono nell'orbita economica degli USA continua a tenere l e
popolazioni agricole soggette per la loro stessa sopravvivenza alle variazioni
del mercato dello zucchero ed alle stagioni. I l cattivo raccolto dello zucchero
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