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problema d i Porto Rico all'ONU. Ha anche stretto, tramite Mar i B r ú , un
accordo con i leader del Black Power. « Non va dimenticato,) ha detto Bas,
«che i problemi dei negri nordamericani e dei portoricani coincidono i n
ciò che si riferisce sia alle questioni interne che a quelle internazionali. Essi
lottano contro un sistema che l i strangola anche dove sono in maggioranza, e
sebbene noi portoricani siamo la forza principale dell'isola, sperimentiamo i n
ogni momento la pressione dell'imperialismo. »
Questo patto è restato comunque soprattutto a livello nominale: come
ha osservato Pelegrín García, segretario dell'MLPR, « non abbiamo visto
Mari B r ú lottare a Newark, Watts o Detroit, né c i risultanto ippor t i d i
Rap Brown o Carmichael alla causa indipendentista. » Quest'ultima afferma-
zione è stata smentita quando, nel gennaio 1967, Stokely Carmichael scese
aSan Juan e guidò l a più clamorosa manifestazione indipendentista degli
ultimi anni. Ne uscì una sommossa simile a quelle dei ghetti negri americani,
con violenze e prolungati scontri con la polizia. Tuttavia, Garda ha ragione
nel senso che l'episodio non ha avuto un seguito organico (probabilmente, i l
tipo d i reazioni che Carmichael è capace d i provocare non è esattamente
quello che cercano Mari B r ú ed i l suo gruppo) e la cooperazione t ra negri
eportoricani s i è svolta i n prevalenza sul territorio metropolitano ed a
livello di base, dove i l MLPR ha senz'altro svolto un ruolo assai importante.
La linea dell'MLPR, che s i r i fà ideologicamente (sia pure i n maniera
embrionale, ancora senza una effettiva elaborazione politica, almeno a giudicare
dai documenti del movimento) a i modelli cinesi e albanesi, è risolutamente
rivoluzionaria, ed usa un linguaggio molto estremista: non capita t u t t i i
giorni d i sentir parlare d i « revisionisti cubani », come f a Garda quando
attacca Cuba sia per l'appoggio dato all'MPI che per la tattica « legalitaria
seguita nel portare i l problema all'ONU. Probabilmente d'al tra parte, Cuba
non ha molto interesse a creare zone di disturbo neiProbabilmente,
che potrebbero
aumentare l e proprie difficoltà; e d'altronde i leaders cubani hanno detto
varie volte che non ritengono mature le condizioni per un'insurrezione armata
aPorto Rico.
In realtà, a questo punto, l'azione diretta è tuttora i n fase iniziale.
I CAL (Commandos Armati d i Liberazione) hanno dato inizio ad un'opera
di propaganda e d i sensibilizzazione politica, accompagnata da una serie
di azioni contro installazioni industriali e militari americane. Lo scopo dichia-
rato dal CAL ( i l cui leader è Alfonso Bef l ) è d i causare danni per 100
milioni di dollari agli americani, in modo da scoraggiare l'afflusso di capitale
americano nell'isola e comunque da renderlo meno redditizio facendo salire
in maniera notevole i l costo dell'assicurazione. Sembra che per i l momento
l'iniziativa funzioni, e già si ha notizia di ditte americane che sono ritornate
sulla decisione di installarsi a Porto Rico a seguito degli attentati d i Bd1 e
dei suoi. Tuttavia l'azione per i l momento è soprattutto a carattere dimo-
strativo in vista della ribellione armata che rimane l'obbiettivo a lunga scadenza.
E' a questo che mi ra anche l'azione politica dell'MLPR, che afferma
la necessità della lot ta armata e del ri f iuto d i collaborare sotto qualsiasi
forma sia con l e strutture d i potere esistenti, sia con l e forze moderate.
«Per lottare contro l'imperialismo yankee a Porto Rico o in al tri luoghi del
pianeta Terra, è necessario liberarsi dell'impiccio di questi falsi indipendentisti
ed entrare i n modo rivoluzionario nel mondo della classe operaia, » scrive
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