

«Bombardare i l Quart ier Generale! »
Nella rivoluzione cul turale Mao ha adottato una strategia analoga ma
ancora p i ù coraggiosa. I n u n momento d i cr i s i reale, con due « quartieri
generali » al l ' interno del Part i to comunista schierati a sostegno d i due l inee
differenti, d i due vie di fferent i , Mao ha rimesso l a questione nelle mani d i
tutto i l popolo cinese. « Bombardare i l Quart ier Generale! », ha inci tato i n
uno dei p i ù concisi manifesti che siano ma i stat i scr i t t i . L'appel lo d i Mao
è valso a scatenare una gigantesca tempesta pol itica — dimostrazioni e con-
trodimostrazioni, scioperi e contro scioperi, occupazioni e controccupazioni,
mobilitazioni e contro mobilitazioni, cartel l i e contro cartelli. I n cert i luoghi
è successo praticamente i l caos, proprio come era avvenuto nei pr imi giorni
del movimento d i r i forma agraria, ma una situazione d i caos temporaneo si
poteva considerare un prezzo abbastanza basso per i l salto (qualitativo veri-
ficatosi quando centinaia d i mi l ioni d i uomini sono scesi nell'arena politica.
Penso si possa tranquillamente di re che i l mondo non ha mai visto nul la di
anche lontanamente paragonabile a questa mobilitazione d i massa.
Man mano che l'azione progrediva, man mano che le organizzazioni r ibel l i
si fondevano e si rafforzavano al l ' interno delle scuole, delle fabbriche, delle
comuni e del le municipal i tà, i l popolo sottoponeva ogn i di r igente e ogn i
posizione pol i t ica ad un attento esame, metteva al la por ta i «seguaci del
capitalismo », rieducava i sostenitori del la v ia d i mezzo, e sceglieva come
nuovi dirigenti dei fautori del socialismo e quindi tornava a scegliere. Senza
questo movimento d i massa non s i sarebbero mai ot tenut i dei r isul tat i del
genere. Non s i t rat tava semplicemente d i sconfiggere una fazione ma d i
estirpare vecchie abi tudini , vecchi costumi , vecchi mod i d i pensare che
erano fonte d i inevitabi l i abusi, sostituendoli con abitudini, costumi e modi
di pensare nuovi.
I comunisti filosovietici d i ogni parte del mondo hanno fat to coro al le
denunce della stampa borghese secondo le qual i Mao, rimettendo la questio-
ne nelle mani del popolo, avrebbe l iquidato i l Part i to comunista sostituen-
dolo con l e Guardie Rosse e con l'Esercito. Già questo interessamento del
tutto inusitato per le sor t i d i un Part i to comunista da parte dei capital isti
sarebbe dovuto bastare a mettere i n luce l'inconsistenza dell'accusa. I n ogni
caso, un esame della rivoluzione cinese basterebbe a dimostrare che i l Par-
tito comunista ha consolidato i l propr io prestigio e l a propr ia forza nel la
misura i n cui non s'è sottratto al la cr i t ica e a l control lo dal . basso metten-
dosi al di sopra del Popolo, ma ha invece tenuto fede al principio d i servire
incondizionatamente la classe operaia e i suoi alleati, e cioè la grande massa
del popolo lavoratore. « I l popolo, e solo i l popolo, è l a forza motr ice che
crea la storia del mondo... I veri eroi sono le masse, mentre noi siamo spesso
infanti l i e ignoranti; se non capiamo questo, è impossibile acquistare anche
la più. rudimentale delle conoscenze », scrisse Mao parecchi anni fa. Se non
si può aff idare a l popolo l a correzione e i l cont rol lo de l par t i to, a ch i
affidarli?
Un tempo i l control lo popolare sul Part i to comunista cinese era i n un
certo senso inscr i t to nel la logica stessa del la l o t t a armata. Se i l Par t i to
comunista, isolato e circondato com'era da preponderanti forze nemiche,
non avesse servito i l popolo, sarebbe stato da questo abbandonato e avrebbe
subito una disfatta. I n seguito, quando ormai i l par t i to era a l potere i n
— 178