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pretendendo che ognuno facesse un esame autocri t ico pe r quanto r iguar-

dava l'« essere a posto o no relativamente ai quattro punt i (politica, ideologia,

organizzazione e economia) ». Egl i sottrasse così i quadr i di r igent i al la col-

lera popolare e seminò l a discordia i n seno a l popolo.

Tra queste campagne organizzate da Liu e la fase del la r i forma agraria

del 1948 dominata dal la «l inea dei, contadini poveri e dei braccianti>) l'ana-

logia è straordinaria. I n tut t 'e t re i casi gruppi d i lavoro con una visione

deformata del la situazione generale indirizzarono l e masse cont ro i l bersa-

glio sbagliato, addossarono l a responsabilità dell'insoddisfacente s tato d i

cose ai quadr i d i base, e l i indussero a smascherare presunti agenti nemici

e reazionari al l ' interno del le l oro f i le.

Fanshen

met te chiaramente i n luce

l'effetto demoralizzante d i questa politica. No.n è di ff ici le immaginarsi qual i

ne sarebbero state l e conseguenze s e n o n fosse s t a t a tempestivamente

corretta.

Nulla prova che l ' indi r izzo er rato impresso a l movimento d i r i f orma

agraria nel 1948 avesse l o scopo d i distrarre l'attenzione da una cricca d i

dirigenti d i opposizione, come viceversa è evidente nel caso dei movimenti

posteriori, ma dato che i n tut t 'e t r e troviamo l o zampino d i L i u Shao-chi,

c'è ragione d i sospettarlo. Quanto meno s i po t rà supporre che dall'espe-

rienza del 1948 L i u abbia appreso come manipolare l e masse spingendole

a mordersi l a coda. E ' un fat to che durante i mesi i n cui l a l inea dei con-

tadini pover i e dei bracciant i det tò legge a Lungo Arco, gran par te del le

frange reazionarie del la società «montarono a caval lo » cercando d i insi -

nuarsi nelle posizioni di potere. Nel 1963 e nel 1966, analoghe frange che già

detenevano un cer to potere l o consolidarono dovunque i gruppi d i lavoro

di L i u avessero i l sopravvento.

Se

Fanshen

dimost ra quanto può essere dannosa una l inea er rata d i

questo t ipo, dimost ra al tresì quanto contribuisca a correggere t a l i er ror i

la fiducia nelle masse, la linea di massa di Mao.

Nel 1948 i l Par t i to comunista inv i tò al la cr i t ica e al la supervisione l a

base contadina. I l Part i to mise l a sorte dei suoi quadr i e del la rivoluzione

nelle man i del la Lega de i contadini pover i e de i bracciant i e del l 'Unione

dei contadini che i n seguito l a sostituì. Al la «por ta », cost i tui ta talvol ta da

delegati elet t i dai mi l i tant i d i base, talal tra invece da assemblee d i massa,

venne esaminata l a carr iera d i t u t t i i quadr i i n posizione d i potere e l a

politica da essi seguita. A poco a poco venne a galla l a veri tà su entrambi

gli aspetti. Per quanto riguardava i quadri , la gente giunse al la conclusione

che pe r l a maggior par te erano buoni , cioè erano rivoluzionari . Benchè

avessero dei di fet t i , a vol te anche gravi, questi s i potevano correggere. Per

quanto invece riguardava l a l inea pol i t ica essi non capivano bene che cosa

ci fosse che non andava, ma i n pratica la respingevano disertando le assem-

blee e andandosene ad arare, a zappare e a vagliare i l migl io quando erano

chiamati a discutere. Essi compresero subito ciò che i quadri del gruppo d i

lavoro arrivarono a comprendere solo p!u tardi , che d i «ol io » non ce n'era

più, che non ci sarebbe stato niente d i concreto da spartire, che la r i forma

agraria era terminata sotto ogni punto d i vista. Mao non aveva mai smesso

di r icordare a l Par t i to che «g l i occhi del le masse vedono chiaro ». Posto

nelle condizioni d i decidere del propr io destino, i l popolo l'avrebbe fat to a

ragion veduta. Le vicende d i Lungo Arco confermarono questa tesi.

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