

così l a rivoluzione cul turale non avvenne i n nessuna par te del la Cina f in-
tanto che l a gente del luogo — studenti, operai, contadini e quadr i r ivo-
luzionari — non si r ibel lò e, uni tasi contro i seguaci local i del capitalismo,
l i dest i tuì e mi se i n p i ed i nuov i organi d i potere. E ' questa grandiosa
mobilitazione a l l a base del la società che costituisce l 'aspet to cruciale d i
ogni vera rivoluzione, ciò che l a contraddistingue da un colpo d i stato, da
una elezione parlamentare o da al t re forme secondarie d i azione pol i t ica.
Fanshen
aiuta a capire che processo lungo e compl icato sia una vera
rivoluzione, quale mo l e d i minuzioso lavoro organizzativo, agi tator io ed
educativo sia necessaria, e come sia facile per i dirigent i come per le masse
confondersi sugl i obiett ivi , scambiare l 'amico per i l nemico e viceversa, e
andare temporaneamente fuor i strada.
Nella rivoluzione cul turale quest 'ul t imo problema è s tato part icolar-
mente grave, i n quanto t u t t e l e fazioni e t u t t i i gruppi hanno marciato
dietro le bandiere rosse, « sventolando una bandiera rossa per opporsi al la
bandiera rossa », come s i è espressa l a stampa cinese. L a rivoluzione, i l
socialismo e Mao Tse-tung hanno i n Cina u n t a l e prest igio che nessuno
può sperare d i trovare i l minimo seguito sot to una bandiera d i qualsiasi
altro colore. Gl i oppositori s i sono sempre atteggiati anch'essi a rivoluzio-
nari, e anzi a r ivoluzionar i mi g l i or i d i quel l i che stavano effettivamente
dalla parte d i Mao. Le loro linee e le loro parole d'ordine sono sempre state
tendenzialmente più « a sinistra » e più « mi l i tant i » d i quelle dei sostenitori
di Mao. Se questo ha temporaneamente disorientato parte del popolo cinese,
ha invece disorientato permanentemente mo l t i osservatori stranieri . Le d i -
chiarazioni uf f i c ial i cinesi hanno qual i f icato i programmi dell'opposizione
« "di sinist ra" (r ivoluzionar i ) ne l l a forma, d i dest ra (controrivoluzionari)
nella sostanza », ma è di ff ici le afferrare che cosa questo signi f ichi esatta-
mente nel la vi ta reale.
La « linea dei contadini poveri e dei braccianti » del 1948, d i cui si parla
in
Fanshen,
costituisce u n esempio i s t rut t i vo propr i o d i t a l e fenomeno.
Che quel la l inea fosse formalmente « di sinist ra » l o attestano l e parole
d'ordine che ne riassumevano i l succo: « dividere i n modo assolutamente
eguale la terra », « destituire tut t i i quadri catt ivi », « cibo per nutrirsi , indu-
menti per vestirsi, terra da lavorare e case da abitare... », « nessun contadino
povero rimanga povero.., a nessun proprietario fondiario sia lasciata l a sua
proprietà ». Che cosa avrebbe potuto esserci d i più rivoluzionario? I l conte-
nuto fondamentalmente reazionario d i questa l inea è g i à stato esaminato
a proposi to del la rivendicazione utopist ica del la trasformazione d i t u t t i i
contadini i n propr ietar i medi come presupposto del lo svi luppo capitalistico
nelle campagne. Ugualmente evident i sono a l t r i aspett i d i destra. I n una
zona dove tut ta la terra era già stata divisa e dove i quadri, se non proprio
tutti, almeno pe r l a maggior par te erano buoni , l e parole d'ordine che
rivendicavano l a divisione del la ter ra i n par t i ugual i e• la destituzione de i
quadri cat t i v i favorivano l 'attacco d i forze os t i l i cont ro u n par t i to e u n
movimento fondamentalmente sani. Attaccare c iò che è sano è da contro-
rivoluzionari, non già da rivoluzionari. Una linea del genere scambia l 'amico
con i l nemico, confonde le questioni basilari, demoralizza i compagni e aiuta
i l nemico.
•
175