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gono che pe r costruire una società socialista s i deve contare, i n l inea d i

massima, sugli incentivi morali, sulla coscienza politica, sulla consapevolezza,

comune al la grande massa del popolo, che i l suo futuro dipende dall'orga-

nizzazione e dal la produzione collettiva. Essi sostengono che le donne e gl i

uomini g i à permeat i d i moral i tà socialista dovrebbero dare i l t ono e l o

stile a l l a nuova società trascinando g l i a l t r i , g l i element i arret rat i , nel la

loro scia, anzichè permettere agl i elementi arretrat i , agl i egoisti d i stabi l ire

i l tono e lo st i le d i vi ta facendo scendere gl i elementi disinteressati e avan-

zati a l loro livello.

Questa lot ta per un nuovo codice morale, l a lot ta per sostituire l ' inte-

resse col lettivo all'interesse egoistico, coinvolge l ' intera popolazione su due

diversi front i . La battaglia principale è quella diretta ad abbattere i seguaci

del capitalismo dovunque occupino posizioni d i responsabilità, ma una vol ta

fatto c iò, ed anz i ment re l o s i s t a facendo, ciascuno deve affrontare e

abbattere l'ideologia feudale e borghese o i suoi residui dentro d i sè. Questo

duplice obiett ivo s i t rova riassunto nel mot to « respingere i l revisionismo,

combattere l'interesse egoistico ». Ognuno è ad un tempo soggetto e oggetto

della rivoluzione culturale, donde l a convinzione che essa « tocchi l a gente

nel profondo del cuore ».

Fanshen

most ra come questo processo sia stato

avviato d a f as i precedenti del la rivoluzione. L a rivoluzione cul turale, i n

condizioni d i socialismo, g l i h a dato enorme impulso, ma è improbabi le

che esso giunga a conclusione con l 'at tuale o anche con l a prossima ge-

nerazione.

L'attacco a fondo agl i incent ivi mater ial i ha at t i rato sul la rivoluzione

culturale accuse d i utopismo da par te del movimento comunista f i lorusso

di t u t t o i l mondo. S i è accusato Mao d i voler saltare del le fasi , d i voler

creare una cul tura e una moral i tà per le qual i mancano completamente l e

basi material i. La risposta cinese è stata che le vecchie idee, l a cultura, le

tradizioni e le usanze del passato, perf ino quelle mutuate dall'Unione sovie-

tica, sono già ora d i ostacolo al le forze produt t ive generate dal la trasfor-

mazione socialista dell'economia cinese avvenuta durante gl i anni '50, e che

già ora esiste una contraddizione t ra base e sovrastruttura che non s i può

risolvere s e n o n creando u n a nuova sovrastruttura. Solamente quando

«l'educazione, la letteratura, l 'arte e tut te le al tre par t i del la sovrastruttura

che non corrispondono a l l a base economica social ista» saranno state t ra-

sformate, l a Cina pot rà dispiegare tut to i l suo potenziale attuale e insieme

garantirne l'espansione futura.

Le accuse d i oggi ripropongono i n un periodo e i n un contesto diversi

le vecchie obiezioni sollevate dagl i esperti americani contro la r i forma agra-

ria. I problemi della Cina negli anni '40 non erano nè pol i t ici nè sociali, mi

dissero quando m i recai i n Cina come consulente agricolo, ma tecnici. La

sua miseria era dovuta a mancanza d i ferti l izzanti, d i macchine, d i insetti-

cidi, d i assistenza sanitaria, ecc. Come poteva l a r i forma agraria risolvere

uno qualsiasi d i quest i problemi? Dopo, c i sarebbe forse stata p i ù ter ra

e meno gente di prima? Questi esperti facevano del loro meglio per occultare

i l fat to che i n Cina esistevano enormi forze produt t ive a l l o stato latente

e che soltanto la rivoluzione poteva spezzare i ceppi che le imprigionavano.

La forza lavorativa di centinaia di mi l ioni d i uomini condannati al l ' inattività

invernale dal rapporto proprietario fondiario-contadino non era che una parte

di queste forze. La ri forma agraria le liberò tutte dai loro ceppi, come mostra

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