

optare per l a r i forma agraria, l a sola cosa che possa mobi l i tare l e masse
contadine, i n u n momento i n c u i sostenere l a r i f o rma agrar ia signi f ica
lanciare i l guanto d i sfida, ingaggiando con i l Kuomintang una lot ta senza
quartiere pe r i l potere statale? Sono l o r o a dover decidere se una sf ida
del genere sia possibile o addi r i t tura auspicabile i n un paese già straziato
da ot to anni d i guerra.
La rivoluzione cul turale ha rivelato che questo dibat t i to non r i f let teva
semplicemente un dilemma della sola base contadina. Esso provocò una frat-
tura al l ' interno del lo stesso CC del Part i to comunista cinese, con L i u Shao-
chi, insieme ad al t r i , che caldeggiava compromessi umi l iant i per evitare l a
guerra, e Mao che insisteva sul la necessità d i conservare i l grosso del le
forze e del terr i tor io anche a costo d i una guerra. I l dibatt i to si imperniava
sulla questione de l « fucile », se consegnare « i l fuc i l e» (c ioè i l cont rol lo
diretto del l 'Ottava Arma t a d i campagna) i n cambio de l l a partecipazione
ad eventual i elezioni e d i qualche pol t rona i n u n governo d i coalizione,
oppure tenere saldamente i n pugno « i l fuc i l e » e affrontarne l e conse-
seguenze — una massiccia offensiva del Kuomintang.
In Europa, al l ' indomani del la sconf i tta degl i eserci t i fascisti, i par t i t i
comunisti d i diversi paesi deposero « i l fuci le » e si accontentarono d i alcuni
ministeri nei governi dominat i dal la borghesia e d i alcuni seggi nei parla-
menti borghesi, rinunciando così, a quanto pare i n v i a def ini t iva, a qual -
siasi sf ida rivoluzionaria al lo status quo. Stal in esercitò pressioni su Mao
perchè facesse l o stesso e così L i u Shao-chi e a l t r i di r igent i de l Par t i to
comunista cinese. Ma Mao respinse questa rovinosa capitolazione, deciso
a non cedere nemmeno una 'carabina e, pur evacuando certe zone periferiche,
a combattere pe r ogni palmo d i ter ra nel le basi chiave create nel la Cina
settentrionale durante l a guerra contro i giapponesi. Al l o scopo d i vincere
questa battagl ia, Mao chiamò a l l a resistenza t u t t o i l Par t i to e l e masse
popolari, e avviò u n vasto movimento d i r i f o rma agrar ia che f o r n ì una
solida base pol itica per la lot ta di lunga durata.
La l o t t a s u questo pun t o al l ' interno de l Par t i to e i n t u t t e l e zone
liberate f u certamente p i ù complessa d i quanto appaia i n
Fanshen.
La resi-
stenza da parte del Part i to comunista cinese e del suo esercito era un fat to
tutt 'altro che scontato al la f ine del la seconda guerra mondiale. Un fat tore
che rafforzava l a posizione d i Mao era rappresentato dall'azione spontanea
di mo l t i mi l i tant i contadini che localmente chiamavano d i loro iniziat iva i
proprietari fondiar i al la resa dei conti. Queste azioni, descritte i n
Fanshen,
misero i n moto un processo accelerato che i l Part i to comunista avrebbe tro-
vato di ff ici le invert i re quand'anche avesse deciso d i farlo. I n un certo senso
furono i contadini del la Cina settentrionale a risolvere pe r conto propr io
la questione del la guerra o della pace, a dispetto d i var i tentativi d i frenare
e l imi tare l a lot ta compiut i da l Part i to e da certe frazioni a l suo interno.
Così facendo essi giustificavano l a f iducia d i Mao nelle masse come arbi tre
decisive del la stor ia. Una vo l ta t r a t t o i l dado, nessun'a forza a l mondo
avrebbe potuto arrestare l a marea del la r i forma agraria. Da quel momento
in po i l a funzione del Par t i to comunista f u quel la d i organizzare i conta-
dini per por tar l i al la vi t tor ia nel la r i forma agraria e nel la guerra.
Tutto c i ò non va preso come negazione de l legi t t imo problema del la
scelta de i temp i i n rappor to a i negoziati d i pace, a l l a strategia difensiva
anzichè offensiva nel la guerra civi le, e a l l a decisione f inale •in favore d i
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