

anni. S i denuncerà anche che l a repressione minacciata da tempo s i è già
concretizzata nella manovra del la costituzione del la C.I. allargata, attraverso
cui passa i n effet t i l a volontà del la direzione. L'ordinamento elaborato è
infatt i già stato approvato dal la direzione e i l suo contenuto d i fondo è che
l'assemblea generale e l e assemblee d i sezione devono r inunciare ad ogni
loro potere per diventare degl i organi tecnici e burocrat ici . L'ordinamento
concede t u t t i i punt i già conquistati dal personale attraverso l e assemblee
come l'abolizione (g i à avvenuta) de l cartel l ino, g l i straordinar i e i premi .
Si vuol dare i n prat ica tut to quel lo che è già ottenuto e togl iere i l mezzo
attraverso cui l o s i è ottenuto.
/ / Marzo:
I l secondo documento di st r ibui to al l ' inizio dell'assemblea
generale contiene degl i emendamenti all 'ordinamento. L a richiesta d i am-
mendamenti è unicamente un fat to pol i t ico per evitare l ' isolamento creato
intorno ad ogni proposta che modifichi, anche i n parte, l 'ordinamento steso
dalla C.I. Preso at to d i questo secondo documento, l a C.I. pone immediata-
mente l a f iduc ia chiedendo che l 'ordinamento venga accettato senza d i -
scussioni, poichè questo è l'accordo stabi l i to con l a direzione. Ma ora t u t t i
si rendono conto che l'assemblea sta discutendo sul la sua esistenza e su l
proprio potere. Alcuni compl ici del la C.I. sostengono che « finchè non ven-
gono abol ite l e classi l a delega al la C i . è permanente » e che « tramite l a
C.I. i l laboratorio deve off r i re a l direttore, i n cambio delle concessioni sin-
dacali, la garanzia del lavoro ». Un al tro ricercatore membro della C.I. chiede
che l'assemblea dichiar i che « l 'attività scientifica è l 'at t ivi tà pr imar ia de l
laboratorio ».
L'assemblea comprende l a gravi tà del la discussione; i l tentat ivo d i f a r
accettare in blocco l'ordinamento fallisce. Alcuni membri del la C.I. compren-
dono quale è stato i l prezzo del la propr ia partecipazione ai lavori, si disso-
ciano e ritrovano la loro collocazione di classe t ra tecnici e aiutanti. L'assem-
blea continua, ment re sempre p i ù frequentemente s i usano termi n i come
lotta d i classe e sfruttamento. I ricercatori vengono accusati delle loro con-
tinue r i un i on i pr ivate e vengono def i n i t i come una classe d i sf rut tator i .
I l discorso paternalistico degl i anni passati non può p i ù essere ripreso.
I l
piano è completamente fal l i to. L' immatur i tà pol i t ica dei ricercatori a soste-
nere apertamente i l l oro ruolo r isul ta evidente. La rabbia diventa l 'unica
risposta e si concretizza nell'uscita dall 'aula d i buona parte dei ricercatori,
mentre a l t r i ricercatori e tut to i l resto del personale rimangono ed applau-
dono. S i crederà così d i impedire i l proseguimento dei lavor i assembleari,
secondo l a vecchia convinzione che l'assemblea s i a formata d a persone
immature. L'assemblea cont inua ugualmente; gradatamente abbandona l a
discussione sul le rivendicazioni sindacal i e i t emi fondamental i diventano
ora la scienza e la politica. Si comprendono ora, sotto questa nuova luce, gl i
avvenimenti e l e scelte pol i t iche d i cu i i l laboratorio è stato protagonista
f in dal la nascita. Diventa chiaro a t u t t i che la pretesa incapacità del perso-
nale a discutere sul la vi ta del laboratorio, perchè essenzialmente scientifica,
viene invocata solo pe r paura d i cer te chiarificazioni. I ve r i nemi c i de l
gruppo di potere in questo momento sono i ricercatori rimast i i n assemblea.
Sono l oro che, protagonisti o vi t t ime d i certe « scelte scientifiche », forni -
ranno i pr imi strument i cr i t ici per una storia reale del laboratorio. La loro
conoscenza sarà un importante contributo al la demistificazione.
•
131