

e che l'accettazione da parte del la direzione sia l a garanzia del la modera-
zione e del la ragionevolezza del le proposte fatte. La democrazia ha trovato
i l suo strumento, e l a stesura def ini t iva d i un nuovo regolamento interno
è solo questione di giorni. Per una felice riuscita di questa manovra, occorre
isolare definitivamente l e persone animate da intent i dist rut t ivi : s i pensa
perciò opportuno coinvolgere altre persone nei lavori della C.I. Questa nuova
C.I. s i def ini rà i n modo abbastanza misterioso « allargata ».
Si fa circolare la voce che la direzione è disposta alle concessioni, purché
una vol ta per tut te r i t orn i l a t ranqui l l i tà ne l laboratorio e s i r iprenda a
«fare l a scienza >t. L' iniziat iva « democratica » d i allargare l a C. I . non può
lasciare indi fferent i coloro che ritengono un dovere scoprire l ' inganno na-
scosto sot to una falsa democratizzazione. Tr e d i quest i s i presentano d i
persona a portare i l loro contributo al la C.I. allargata. Per chi vuol essere
realmente protagonista del la democrazia ne l laboratorio, l'accoglienza non
è quella attesa. Si viene a sapere che « l'allargamento » è per invi to personale
e che altre partecipazioni non sono gradite. Uno dei due ricercatori dichiara
esplicitamente che nel la sede del la riunione non possono restare al t re per-
sone perché « possono influenzare i l corso dei lavor i ». E ' legi t t imo sospet-
tare che qualche a l t ro preferisca operare queste influenze. S i passa a l l e
minacce fisiche d i espulsione. A questo punto un borsista e un aiutante che
erano stat i « invitati» si dissociano dai lavor i del la C.I. allargata ed escono,
dopo aver indicato nel le persone che restano i n aula u n « gruppo d i ca-
morristi ». Immediatamente nel laboratorio si crea un cl ima d i mobilitazione
di base. Tecnici, aiutanti, borsisti, ricercatori, vogliono d i persona verificare
i l comportamento d i chi sostiene d i rappresentarla. L'assemblea generale ha
ormai chiar i to a t u t t i che d i e t ro cer te deleghe s i nascondono i r i ca t t i
padronali.
Nell'aula dove è rimasta l a C.I. questa vol ta entrano i n silenzio t renta
persone. E ' impossibile ripetere le minacce d i pr ima per un ovvio rapporto
numerico; s i r icorre quindi , per l a pr ima volta, al la definizione del gruppo
intervenuto come « cinesi » che vogl iono impedi re ogn i opera costrutt iva.
Questo sarà i l ri tornel lo dei giorni seguenti: i ricercatori verranno mobi l i tat i
per ripetere a t u t t i che un gruppo d i « cinesi », che r i f i u t a d i ammettere
le proprie intenzioni distrut t ive i n un « manifesto pol i t ico », vuole bloccare
la ricerca e i l progresso del la scienza. Dovranno constatare che sarà stato
un er rore def ini re genericamente « cinese » chiunque non s i a da l l a l o r o
parte. La C.I. allargata riconosce, nel la presenza i n aula d i t renta persone,
un mot ivo per non continuare i lavori . Si vuole però che l a responsabilità
cada sui « cinesi » che impediscono l a discussione. A questo punto i l sol i to
ricercatore regista del la C i propone una uscita clamorosa dall 'aula per f ar
capire a t u t t o i l laboratorio che i lavor i sono stat i boicottati. Usci t i t u t t i ,
la C. I . r ient rerà d i soppiatto nel l 'aula pe r chiudersi dent ro a chiave. Ne i
restanti t re giorni elaborerà un nuovo ordinamento. Un pranzo offerto dal la
direzione chiuderà ufficialmente i lavori . A t u t t o i l personale viene conse-
gnata una copia del nuovo ordinamento e l'assemblea è convocata dopo t re
giorni per l a approvazione, che ormai pare scontata.
A questa mossa, si organizza la risposta con due documenti d i precisa-
zione.• I l p r imo farà l a stor ia del la strumentalizzazione dell'assemblea d a
parte del la direzione o dei ricercatori nei loro momenti d i cr isi degl i u l t imi
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