

nelle istituzioni (insegnanti, medici, avvocati, cancellieri) ed i n genere gl i
operatori culturali delle case editrici e della Rai-TV.
Per questi l'aspetto ideologico, culturale di critica e di demistificazione
del sistema, della scienza, della tecnica, hanno una importanza eccezionali
e in questo senso sono influenzabili direttamente dal M.S.
E' evidente l'importanza decisiva che questi settori hanno nei confronti
dell'organizzazione capitalistica e della sua possibilità di perpetuare la ma-
nipolazione ideologica delle masse, ma anche dell'organizzazione degli sfrut-
tati: dato tuttavia che questo ciclo di lotte è ancora in corso di sviluppo,
non è opportuno cercare d i farne qui una sintesi, anche se ciò sarà i n
futuro necessario (soprattutto agitazioni nelle case editrici e al la Rai-TV,
oltre che gli insegnanti);
3) tecnici ed impiegati dell'industria, addetti alla programmazione ed
al controllo della produzione industriale. Di questi, a Milano si sono avute
le lotte più massicce e più importanti rispetto agli altri settori, anche perchè
qui si trovano concentrati le parti impiegatizie di molte aziende che hanno
gli stabilimenti sparsi per l'Italia o per i l mondo.
E d i queste lotte che soprattutto c i occupiamo qui, anche perchè i l
ciclo di lotte, aperte dalla Falk nel giugno '68 si sta praticamente chiudendo
in questi giorni.
Riportiamo innanzitutto alcuni dat i che servono d i riferimento infor-
mativo di base; non è inutile dato che spesso si fa un gran discorrere di lotte
dei tecnici senza conoscerne la consistenza e la realtà.
Nella provincia di Milano abbiamo , nell'industria, circa 600.000 operai
e 160.000 impiegati; i l numero d i questi ultimi cresce però ad un r i tmo
molto più forte d i quello degli operai. Per questi i livelli d i occupazione
sono ancora inferiori a quelli del '63, mentre gli impiegati sono in continuo
aumento e sono concentrati soprattutto nel settore metalmeccanico (circa
70.000) e in quello chimico (circa 30.000).
Le mansioni ed i compiti degli impiegati sono molto var i e diversi
all'interno della divisione del lavoro: per cui l a discriminazione d i classe
e l a possibilità d i lot ta del la categoria è a pr ior i mol to difficile d a
determinare.
Si possono descrivere gli impiegati in base a diversi parametri:
L'istruzione:
i n una azienda tipica d i Milano i 1.231 impiegati sono
così distribuiti:
35% non-diplomati, d i cui 50 per cento disegnatori e 20 per cento
dattilografe e segretarie;
50% diplomati, di cui 30 per cento ragionieri;
15% laureat i d i cui 87 per cento ingegneri, 1 per cento architetti,
2 per cento matematici.
Le categorie:
sono moltissime, 5 fondamentali, con varie sottocategorie.
Da una statistica generale gli impiegati appaiono così divisi: dirigenti 14.177;
1.a cat. 60.451; 2.a cat. 136.034; 3.a 4.a 5.a cat. 145.764; al tre 10.085.
Le donne soprattutto sono concentrate nelle ultime categorie, per cui
le loro possibilità di carriera e di passare a ruoli dirigenti sono molto scarse.
«Soprattutto quest'ultima discriminazione segna e segnerà u n netto
confine nella stessa classe dei tecnici, i n quanto si va sempre più affer-
mando la tendenza a riservare la carriera dirigenziale a una piccola percen-
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