

poiché, a causa dell 'ambiguità del la debolezza e del carattere iniziale del le
lotte, i l Sindacato può porsi come mediatore f r a g l i elementi tradizional i,
retrivi, corporat ivi e l e proposte pol i t iche p i ù avanzate d e i sosteni tor i
della l inea anticapitalistica, giocando nel le assemblee i l ruo l o de l « buon
senso », e uti l izzando i gruppi d i studio come terreno d i sperimentazione
e boicot tando e stravolgendo l e proposte pol i t i che ( c f r . l ' u l t ima espe-
rienza Phi l ips) . I grupp i d i studio oggi appaiono fortemente i n c r i s i e ,
senza più contatto reale con la massa, senza una linea unitaria, sono piuttosto
momento d i ingabbiamento e d i compromissione pe r l e avanguardie pol i -
tiche che l oro strumento autonomo d i azione pol i t ica.
La situazione è dunque estremamente contraddi toria e incerta, aperta
a grossi svi luppi ma anche a irrimediabi l i regressioni: i punt i solutivi, ormai
è chiaro, sono una analisi pol i t ica del la condizione d i lavoro da cui emerga
un discorso e degl i obiet t ivi capaci d i investirla a fondo, ed i l r i fer imento
alla classe operaia e al le al tre lotte sociali nella prospettiva dell'unificazione
politica. I n questo senso ci si deve muovere in vista delle prossime scadenze
di l ot ta d i autunno.
Non diamo qu i indicazioni pol i t iche precise, conclusive, non è questo
un contributo teorico: speriamo che dall'analisi e dal la interpretazione del le
lotte s iano emersi c r i t e r i suff icient i a d escludere mo l t e impostazioni a
nostro avviso errate, che tuttavia hanno anche parecchio credi to f r a i com-
pagni. Due cose sottolineamo ancora, che l'esperienza d i lot te a Mi lano evi-
denzia con drammaticità:
1) L'errore d i impostare i l dibat t i to sull'organizzazione come dibat -
t i to organizzativo, come u n problema d i forze g i à esistent i d a met tere
assieme attraverso u n dibat t i to interno, e non viceversa come problema
di ricerca d i •una strategia rivoluzionaria e d i una individuazione effettiva
delle forze rivoluzionarie; l'organizzazione non può essere f ine d i se stessa.
Ciò d i cu i oggi bisogna t i rare l e f i l a è invece cost i tui to da quel la grande
analisi d i classe del la società capitalistica che le lot te d i questi due u l t imi
anni c i hanno forni to, almeno per l e indicazioni generali, facendo compa-
rire sul la scena pol itica via via tut t i gl i st rat i sociali che hanno interesse al
capovolgimento de l sistema.
2) La necessità d i lavorare nel la direzione del la
unificazione
de l l e
lotte, e soprattutto d i quelle dei var i set tor i produt t ivi , che non è ciò che
si intende tradizionalmente dicendo « ricomposizione del l 'uni tà d i classe»
e neanche si tratta dell'alleanza f ra piccola borghesia e proletariato. Si trat ta
di riesaminare complessivamente queste questioni.
Alcuni compagni del M.S. milanese
( 1 ) Centro gruppi
(41fa Romeo). La lot ta parte spontanea nel novembre del '67 al Cen-
tro gruppi (dove s i costruisce i l blocco motore) pe r i l cott imo, qualifiche, orar io
di lavoro ecc. I l sindacato violentemente scavalcato anche dal la durezza che subi to
assume l a lot ta, è costretto a dare l a sua copertura. L a l o t t a s i svolge i n u n
momento d i tensione sociale non indifferente e d i for te incazzatura nel la fabbrica
per i l contratto del '66. E ' l a pr ima lot ta aziendale che scoppia mentre nelle orga-
nizzazioni sindacali è i n corso l a polemica sul dentro o f uor i contratto, e anticipa
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