

fronte d i classe, proprio perchè non s i individuano l e basi materiali d i
questa adesione.
Sul carattere piccolo borghese degli studenti. R e s t a n d o fermo che
gli studenti come i tecnici godono dei privilegi rispetto alla classe operaia
e che quindi vi sono delle contraddizioni fra i due strati (che sono le stesse
fra gli studenti e gli esclusi), la domanda fondamentale a cui bisogna rispon-
dere è: qual i sono l e contraddizioni principali che oppongono studenti e
tecnici alla borghesia, e si devono considerare interne alla borghesia o come
aspetti della contraddizione di classe? Se è vero questo secondo caso, allora le
lotte devono individuare questa contraddizione principale e farne l'obiettivo
principale mettendo l e altre i n secondo piano. V i sono purtroppo ancora
molti compagni che sono ambigui rispetto a questa domanda, che accettano
le lotte studentesche solo come rifiuto dei privilegi, come negazione del pro-
prio ruolo. Anche i l concetto che la ribellione nasca dall'oppressione autori-
taria del grande capitale sui ceti intermedi fa parte di questa visione (cfr. per
una sua teorizzazione esplicita e tutta revisionista: L. Conti, «Problemi del
socialismo », n. 37) (14) .
Uno dei più al t i punti d i scontro realizzati dal M.S. quest'anno, è l a
grande manifestazione del 12 giugno, i n risposta all'arresto d i 11 compa-
gni, che ha raccolto più di 20.000 militanti dietro allo slogan «contro gl i
arresti lotta di classe ».
— E' stata preparata da una massiccia mobilitazione d i studenti alle
fabbriche ed agli uffici, che hanno risollevato i l dibattito sulla repressione,
sulle lotte •studentesche e sulla unificazione d i classe. Tut t i i gruppi d i
intervento v i hanno partecipato e d hanno superato l a frammentazione
tradizionale.
— La manifestazione non era solo studentesca: per i partecipanti, per
gli slogans, per la forza: è stata un primo momento di reale unità di classe
a Milano (operai, tecnici, studenti).
Nei fatti è stato sollevato per l a prima volta a livello di massa i l
problema dell'unificazione politica, non nei partiti revisionisti, ma a partire
dai contenuti emersi nelle lotte e dal lavoro politico di tutto un anno.
3. L e lotte dei tecnici e degli impiegati
Milano, come città commerciale è una concentrazione d i impiegati d i
ogni tipo. L'organizzazione capitalistica del lavoro sta investendo e travol-
gendo ormai l a maggior parte di questi strati, nel senso della meccanizza-
zione, della divisione del lavoro, della dequalificazione: i l discorso politico è
dunque aperto
(non concluso)
per questi strati e si preannuncia come uno
dei problemi politici più delicati per una strategia rivoluzionaria in Europa;
vanno quindi banditi i facili entusiasmi ma anche le esclusioni preconcette.
Per capire la situazione bisogna per comodità riferirsi ai settori. Sche-
matizzando abbiamo:
1) impiegati tradizionali del terziario (bancari, assicurativi, pubblica
amministrazione) da tempo organizzati nei sindacati, f ra i più corporativi
esistenti, e per i quali i l peso della tradizione è più forte anche se non
mancano gl i spunti nuovi;
2) «professionisti », spesso senza una precisa controparte ed inseriti
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