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dal sindacato hanno visto in realtà una partecipazione abbastanza parziale,

abbastanza fiacca degli operai, che sono passati ad un atteggiamento di una

certa passività, dicendo: va be', adesso vediamo cosa farà il sindacato.

Purtroppo questa situazione di passività è abbastanza rimasta anche in

seguito, quando i l sindacato ha anche smesso di dichiarare gli scioperi per-

chè stava trattando. Infine se ne è venuto fuori con un volantino in cui ha

spiegato un po' i primi risultati di questa trattativa. Adesso c'è un notevole

malcontento alle linee, però ricomincia una certa sfiducia reciproca degli

operai. La produzione continua ad essere estremamente bassa, salvo la linea

della Cinquecento, che però è una linea di una composizione particolare, che

cioè è sempre stato difficile trascinare nelle lotte, che è sempre un po' alla

retroguardia, almeno a sentire gli operai. Quindi in questo momento la situa-

zione alle linee, anche se può nuovamente riesplodere da un momento all'al-

tro, è una situazione vagamente di riflusso. Però i l fatto che i l sindacato

abbia messo entro certi limiti sotto controllo questa situazione, e provviso-

riamente, non significa ancora una volta che abbia di nuovo ripreso i l con-

trollo effettivo della situazione, perchè nel frattempo è scoppiato lo sciopero

alle Fonderie.

Questo delle Fonderie direi è i l caso più clamoroso, perchè è uno scio-

pero di cui in pratica l'« Unità>) non ha, se non sbaglio, mai parlato, quello

su cui la congiura del silenzio è stata particolarmente pesante dalla parte

sindacale. Ne ha trattato di più «La Stampa » parlando della vertenza in

corso, annunciando e poi dovendo smentire che s'era concluso un accordo. Ed

è stato uno sciopero esploso con estrema violenza, perchè dopo una prima

fermata di due ore fatta due venerdì fa si è passati immediatamente ad otto

ore e così si è continuato, almeno sino a ieri. Lo sciopero è partito dall'offi-

cina 2, fucine nord, e poi si è esteso rapidamente sia alla corrispondente offi-

cina delle fucine sud e poi, in forme però meno regolari e più limitate, anche

alla officina 3 e anche all'officina 4, sempre alle fonderie. E ' uno sciopero

estremamente compatto, poco politicizzato, con organizzazione interna abba-

stanza scarsa, nel senso di un qualcosa di articolato in cui si discuta a fondo

e in cui ci si prepari. E le richieste sono molto semplici e molto chiare: o

duecento lire all'ora di aumento sulla paga base oppure un passaggio al set-

tore siderurgico, i l che comporta una serie di vantaggi sul piano degli orari

come sul piano economico e così via.

Questo sciopero è avvenuto del tutto al di fuori dei sindacati (e sta pro-

seguendo per otto ore per turno) i quali sono tornati dopo qualche giorno

a far proprie le proposte della direzione, il che era un'estrema prova di tradi-

mento da parte dei sindacati non solo perchè queste proposte concedevano

aumenti differenziati dallo zero alle 67 lire in modo da frammentare imme-

diatamente tutta la spinta operaia, ma dal punto di vista stesso del sindacato,

poichè questi aumenti erano concessi sulla paga di posto, cioè sulla paga

legata alla nocività del lavoro. La Fiom di Torino si vanta di aver posto per

prima il problema della salute in termini politici, di aver posto il problema di

rifiutare ogni monetizzazione della salute. Ma nel momento i n cui c'è da

frenare una lotta operaia qualsiasi mezzo è buono, compresi i mezzi di divi-

sione e di -monetizzazione della salute che la direzione offre. Ora, la mossa

della direzione nell'insieme era abbastanza abile rispetto a mosse tentate

precedentemente proprio per la quantità di soldi che veniva offerta ad alcuni