

gruppi operai. Sino a quando la direzione offriva aumenti differenziati dalle
tre alle venti lire, veniva ovviamente sputtanata subito. I l fatto che alcuni
gruppi che si trovavano effettivamente nella situazione più disagevole, cioè
i magli, avessero aumenti attorno alle sessanta lire, ha creato dei problemi.
Infatti ieri in alcuni punti i magli non hanno scioperato. Con una tensione
estrema: coi magli che funzionavano circondati dai guardioni per proteggerli
e i guardioni circondati a loro volta dagli operai — con una situazione estre-
mamente accesa e con discussioni che forse oggi porteranno di nuovo anche
i magli a scendere in lotta. I magli avevano già respinto una prima volta
le offerte della direzione insieme a tutti gli altri operai, però adesso c'è evi-
dentemente una certa stanchezza, una certa possibilità di cedimento. La lotta
delle fonderie comunque è in piedi, e non credo che sia destinata a crollare
da un giorno all'altro.
Nel frattempo c'è una tensione enorme alle officine meccaniche, che sono
l'unico grosso settore della Fiat Mirafiori che non è ancora stato toccato da
queste ondate di lotte, perchè l ì i l sindacato ha seguito a lungo l a tattica
del rinvio; aveva promesso di arrivare ieri con una risposta definitiva alle
loro rivendicazioni e non l'ha fatto. L'incazzatura è notevole e credo che sia
destinata a crescere perchè, quando la risposta arriverà, comunque i l sinda-
cato darà la risposta sulle proprie rivendicazioni e non su quelle degli operai
e t ra queste c'è una notevole disparità, perchè i l sindacato come al solito
vuole dei delegati di linea e gli operai vogliono dei passaggi di categoria per
tutti. Quindi la situazione è tutt'altro che sotto controllo.
Che significato ha questo t ipo d i dinamica della lot ta dal punto d i vista
politico p i ù generale, del padrone e del sindacato?
Ormai è circa un mese che l a produzione Fiat d i Mirafiori è ridotta
a percentuali molto basse della produzione normale. Questi scioperi arti-
colati, e proprio l'effetto che ha i l fatto di bloccare i n momenti alternati
fasi diverse del ciclo produttivo, provocano un calo di produzione enorme e
un notevole casino nei rapporti f ra le varie fasi della produzione. Quando
c'è uno sciopero di 24 ore o anche molto lungo si perde produzione, ma quan-
do lo sciopero finisce si ricomincia e tutto è coordinato come prima. Qui
invece significa avere delle enormi scorte inutilizzate di certi peni della mac-
china, avere una totale mancanza di altri pezzi, e quindi prima di poter rista-
bilire la normalità produttiva ce ne vorrà molto. Lo si vede già adesso, per
esempio, con la fine dello sciopero delle presse che non ha segnato affatto i l
ritorno della normalità alle linee.
Quindi questo intanto fa sì che la Fiat si trovi abbastanza con l'acqua
alla gola e debba arrivare a una decisione rapida su questo sciopero. I n più
questo sciopero costituisce un fenomeno politicamente estremamente preoc-
cupante per la Fiat, poichè dimostra definitivamente che la tensione interna
che la Fiat ben sapeva esistesse, ma che contava non si traducesse in lotta
organizzata o vi si traducesse soltanto per tramite del sindacato (apprestan-
dosi quindi ad accettare un forte sindacato come agente contrattuale proprio
perchè potesse incanalare queste tensioni interne) si è adesso incanalata in
un altro modo. Non si tratta più della tensione interna repressa e atomiz-
zata d i prima, nè d i quella raccolta e controllata dal sindacato: l a classe
operaia Fiat ha trovato la capacità organizzativa di lottare all'interno, in certi