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D'altra parte la giustizia storica non esiste. La comunità degli studenti più

avanzati, per fortuna, è come gli alberghi spagnoli del proverbio: c i trovi

appena quel che porti. Lavorano per sè. E' la prova migliore che le distin-

zioni di età non distinguono quasi nulla. Tut t i su di un fronte di contem-

poraneità: uno parla con un microfono in pugno, un altro scappa menato dai

questurini, là vedi l'illustre maestro cacciato in fuga, con la toga accademica

di traverso e gli occhi al cielo come un santostefano, qua altri s'appoggia

ad una parete ascoltando, eccetera: un viluppo fotografico che col passare

dei giorni lentamente si scioglie e tramuta. L'aiuto che ricevo da Torino

o Roma, per quanto è della mia amministrazione privata, della termorego-

lazione personale, finisce assimilato a quello che mi recano l e notizie d i

Saigon o Hanoi: e va a raggiungere altre notizie lontane, del mio e comune

passato. Ecco il vantaggio dell'età: conosco i precedenti. Così capisco meglio

che degradazione hanno subito uomini, istituzioni, parole, grazie al la lena

di qualche migliaio d i studenti. Chiunque ha potuto udire i l ringhio del

prof. Andreatta o del prof. Cotta, in TV; e valutare l'ammicco del ministro

Gui dietro le lenti. Nulla tuttavia a paragone del gorgo che ha inghiottito

personaggi, argomenti, libri. « Ti cambio i connotati », dicevano una volta

a Firenze, per minacciare cazzotti. Giorno per giorno, gl i studenti hanno

cambiato i connotati ad una quantità di persone. Ora ne vedo che vanno

raccattando i resti dei loro mobili travolti dall'ondata; e cercando le deco-

razioni. Promettono vi ta nuova ma maturano rivincite. Come altrettanti

governatori d i vicereami spagnuoli annunciano giustizia mentre per i più

gonzi già mettono in giro birri e spie. Però a questo docente manca i l naso,

quel rettore è uscito orbo, uno non ha più pelo i n capo, un altro tanto

è invecchiato tutt'a un tratto che pare perfino diventato più intelligente.

7. Alcuni nostri amici, ai quali da anni andiamo ripetendo queste cose,

se ne convincano ora: dopo quel che è accaduto nelle nostre università, pro-

prio quando, i n apparenza, almeno sotto l a penna d i qualche frettoloso

interprete, e nell'entusiasmo del suscitato "casino", i fatt i avrebbero dato

ragione a loro, dopo la prima prova pratica nella quale le idee elaborate nel

corso di questi anni hanno avuto di fronte una

base,

si presenta ora l'occa-

sione di una verifica che liquidi ogni residuo ribellismo letterario. Che quella

base s i sia, almeno momentaneamente, riconosciuta anche nel le nostre

approssimative elaborazioni non permette di passare sotto silenzio che se

il movimento studentesco con tanta fatica ha cercato d i assolvere com-

piti superiori alle sue forze, questo è dovuto non soltanto a l fallimento,

già ben noto, del le tradizionali organizzazioni politiche ma anche a l l a

incertezza ideologica dei gruppi della neosinistra. L'incontro d i questi con

strati di universitari incomparabilmente più ampi di quanto si fosse potuto

immaginare ha già posto in maiuscole i doveri immediati. Essi hanno due

nomi molto semplici: ricerca delle contraddizioni essenziali e organizza-

zione dei tempi lunghi.

8. S u di una porta della Università di Milano, sotto la scritta in rosso

"Università Occupata", si leggeva in grandi caratteri indelebili: « SEMPRE ».