

sostiene, essi pretendono i l loro diritto, i l comune diritto. Quando dicono
che uno dei prolungamenti della toga accademica può oggi essere l'uniforme
del questurino dicono la verità. Se dei professori non si dissociano assolu-
tamente e violentemente dal potere burocratico di provveditori e di rettori
quando questi fanno intervenire la violenza della polizia per non dover trat-
tare da pari con gli studenti, è giusto che gli studenti li trattino per quel che
sono: nemici. La lotta contro l'autoritarismo è positiva e va estesa ed inten-
sificata nei fatti; anche se può infastidire l'uso parolaio e demagogico che
da più parti se ne fa. C'è anzi un uso ideologico della lotta contro l'autori-
tarismo che occorre controllare perchè non contrabbandi vecchi mi t i indi-
vidualistici, le forme floreali della non-violenza.
Oltre l'autoritarismo c'è l'autorità. I l rifiuto d i distinguerla dall'autori-
tarismo riposa sull'errore (scientistico) di credere che i metodi della scienza
sperimentale possano, senza molta prudenza, essere estesi al le cosiddette
scienze dell'uomo. E' un errore che fu un tempo del marxismo positivista
e che oggi ci è tornato, portato a spalla dalla sociologia e dalla pedagogia
pragmatiste. Scambiando autoritarismo con autorità gl i studenti rischiano
di dimenticare che non c'è autorità più cieca di quella che non è avvertita
come tale. E ' vero che non bisogna prender troppo sul serio certe frasi
divertenti: ma quando, com'è successo un po dappertutto, si chiedono o si
praticano controcorsi sulla repressione sessuale e sull'imperialismo e sul
Vietnam e svelti, senza bibliografie ne parole difficili, bisogna avvertire che
si va cercando semplicemente qualcosa che si trova in ogni edicola. E ' l a
sostituzione di una autorità con un'altra, e fin qui .non sarebbe nulla di male;
ma compiuta nel modo più autoritario ossia più ricco d i pregiudizi sem-
plificatori.
Il discorso sull'autorità è molto difficile. M i pare che l'autorità
(pesi()
aumento,
questa crescita — si dia nella misura in cui i l consenso
che t ra due momenti della medesima persona, due persone diverse, due
pensieri, due gruppi umani si realizza circa un ordine o gerarchia di valori,
stabilisca necessariamente un più o meno, un ordine d i precedenza e d i
rilevanza; quindi la guida di quel che è più e che precede. Autorità è la voce,
nello stesso tempo, dell'accordo e della gerarchia dei valori che sull'accordo
Si fonda. Hai l'autorità di un pensiero, di una verità, di un esempio. Finchè
non viene contestata i n nome di una più alta, c'è l'autorità della propria
esperienza; c ' è quella de l proprio passato irreversibile. Autoritarismo è
invece l'insieme dei modi con i quali si impone una data gerarchia di valori.
L'autorità accettatù è sempre stata imposta? Sì, dalla forza del padre, del
maestro, del signore, eccetera; ma f ino a quando, contestata, non viene
sostituita da un'altra autorità, quella che si è venuta costituendo nel corso
della contestazione e che è l'altro nome della libertà. Questo credo possa
essere i l più semplice discorso sulla autorità. E va rammentato perchè c'è
oggi la tendenza ad opporre, all'autorità, l'eguaglianza.
L'autorità sembra. fondare l a diseguaglianza; e viceversa. Ma i n una
prospettiva comunista rinnovata l'esigenza di eguaglianza non ci chiede solo
l'eguaglianza delle
condizioni;
ossia del punto d i partenza. Anche una io-
cietà capitalistica può darla e f inirà col darla, almeno i n alcuni paesi.
Chiede l'eguaglianza del le
conclusioni,
invece: l a p i ù terribile, oggi, l a
più spaventosa anche a l progressista, quella che viene presentata e sen-
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