

e che l'attacco all'organizzazione corporativa della scienza e dell'istruzione
scientifica è un campo di lotta non marginale.
Inoltre, perchè l a contestazione del sistema, cioè dell'esistente, abbia
senso, bisogna pur operare un taglio all'interno dell'esistente e definire per
che cosa si combatte e contro che cosa, e con quali forze sociali e contro
quali forze sociali. Non è necessario ed è impossibile fare una teoria gene-
rale della società umana prima di muovere i l primo passo ed è vero che
la lotta è i l principale «strumento teoretico », perchè i l passo successivo
nasce dal precedente e dalle modificazioni prodotte dal precedente, ma di
volta i n volta è necessario cercare d i raggiungere l a massima chiarezza
sugli obiettivi dello scontro. Questo è vero per i problemi specificamente
universitari (che restano sempre, insieme con i l loro allargamento imme-
diato alla scuola media, la base più solida del movimento) ma lo è ancora
di più per l'allargamento alla società nel suo complesso. I contatti con la
classe operaia, su cui la gran maggioranza degli studenti attivi è d'accordo,
sono per ora più un problema posto che una soluzione trovata. E' pericoloso
cioè dare a l tentativo di incontro con l a classe operaia un valore mitico,
e una solidità i n sè. Le tecniche d i lotta degli studenti, l a democrazia
diretta o i l sistema dei comitati di agitazione mal si trasportano all'interno
della fabbrica, che è un universo molto bloccato; l'affrontare i l problema
all'esterno, allargare cioè la lotta studentesca agli operai su problemi non
sindacali e non direttamente inerenti a l rapporto di lavoro, è un metodo
più flessibile e ricco di nessi organici. Si tratterà ad esempio d i lavorare
a livello di quartiere e di affrontare insieme con gli operai i l problema del
diritto allo studio e delle scuole secondarie.
Forse bisognerà imparare a guardare alle lotte i n fabbrica e a quelle
contro al tre istituzioni essenziali del la società capitalistica, direttamente
produttive e non, ma tutte oppressive e tutte fondate sull'alienazione, come
momenti convergenti e fondamentali, anche se i n diversa misura, d i una
lotta comune.
In ogni caso sarà importante saper tracciare i l «taglio » di classe e non
aspettarsi l a rivoluzione contro l'alienazione da chi dell'altrui alienazione,
e della propria, ha fatto i l centro della propria vita.
Si tratta d i una lotta generalizzata contro l e corporazioni e l e loro
scelte, contro i funzionari de l capitale e l e loro scelte, camuffate d ì
oggettività.
Dimostrare in modo incontrovertibile che non sono oggettive e « scien-
tifiche » non è cosa che si possa fare su un pezzo di carta, con argomenti.
L'unica « dimostrazione » valida è la lotta politica.
Francesco Ciafaloni