

di funzionari di un sistema che per sue esigenze imprescindibili si rifiuta sempre
più decisamente di produrre l'uomo a cui essi miravano: l'intellettuale fornito
di strumenti critici, i l solo polo dialetticamente negativo di questa società mi-
stificata. In questi anni hanno però svolto coscientemente una funzione di tramite
con l'altra Germania, con la cultura più viva della Germania prefascista di cui
sonopressochè gli unici superstiti. Involontariamente essi hanno anche alimen-
tato le file di quella minoranza che rinnegando i l pessimismo illuministico dei
vecchi se li è lasciati alle spalle. Frutto di una nuova generazione, riavvicinatosi
al marxismo più decisamente dei suoi maestri. Jurgen Habermas — che a Fran-
coforte, oltre a svolgere la sua attività accademica, dirige anche un foglio di
«Informazioni sul Vietnam » con i l quale si propone di contrapporre informa-
zioni alle « informazioni » — è vittima della medesima paralisi d i fronte a l
problema di un effettivo intervento politico, che vada oltre i l solletico elettorale
alle istituzioni. Del suo infelice intervento nel dibattito con la sinistra studen-
tesca avremo occasione di parlare più tardi (6).
Oltre alle forze trattate, nella Repubblica Federale esistevano una miriade
di minuscoli raggruppamenti sorti per contestare il sistema, che nel passato sono
stati accomunati dall'impotenza pratica e dall'astrattezza indeterminata di una
teoria priva d i rapporti fecondi con la prassi. Pur definendosi « unica forza
d'opposizione coerenteMente socialista in Germania » l'SDS, estromesso dal par-
tito socialdemocratico dopo la scelta di Bad Godesberg a causa della sua fedeltà
ai principi marxisti, soffriva dei medesimi mali. La sua autocoscienza dicotomica,
questo concepirsi come portatore di una duplice funzione, di associazione stu-
dentesca ancorata all'università da un lato e di più intatta organizzazione socia-
lista nella RF dall'altro, ha agito a lungo come elemento frenante e ha contri-
buito ad alimentare costantemente posizioni sterilmente contrapposte a l suo
interno. Nonostante questi l imi t i immanenti dell'organizzazione, i n cui c i si
imbatte di continuo esaminando le polemiche interne riflesse nelle sue pubblica-
zioni, l'SDS ha avuto l'insostituibile funzione di avvicinare le minoranze d'oppo-
sizione esistenti nelle università alle posizioni teoriche del marxismo e di supe-
rare le posizioni di pessimismo ermetico acquisite dagli allievi degli accademici
più avanzati, i quali dal canto loro hanno contribuito a debellare lo spirito
burocratico e « vecchio » che poteva essere implicito nelle posizioni ortodosse
acui l'organizzazione si ispirava. Va però ribadito che per anni l'SDS è stato,
al pari di tut t i gli altri raggruppamenti politici minoritari di sinistra, estraneo
alla prassi e incapace d i conquistarsi una base d i massa all'interno della
realtà sociale i n cui operava: l'università. Dal tempo del suo distacco dalla
«madre» socialdemocratica, l'SDS ha effettuato diversi tentativi, tutt i mancati
everticistici, per pervenire a una posizione politica di forza raggiunta attraverso
l'unificazione e l'egemonizzazione di tutte le piccole formazioni di sinistra, affette
anch'esse da l imi t i analoghi ai suoi, e probabilmente più gravi. La soluzione
apparentemente più « facile », risultante dalla sua seconda - funzione, era i n
realtà impossibile o politicamente improduttiva.
( 6 ) Due contributi degni d i nota sui l imi t i della tradizionale opposizione « di sinistra» i n
Germania sono apparsi recentemente su e Kursbuch », n. 9, 1967: A.A. (Bahman Nirumand),
Zur Kri t ik der pro gressiven Intelligenz in Deutschland. Eine Stimme atti der Dritten W elt,
e Kar l Markus Michel,
Die Sprachlose Intelligenz.
L'analisi di Bahman Nirumand, in una
versione più immediatamente politica fornita dopo i fat t i del 2 giugno a Berlino, è stata
•ripresa più oltre in questo articolo.
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