

tive militari, ma anche di realizzare i l largo processo di disciplinamento della
popolazione operaia e delle sue organizzazioni, messe al servizio del processo
di riproduzione capitalistico e sistematicamente minate nella loro teoria e prassi
socialista che avrebbero potuto rappresentare una potenziale minaccia per i l
sistema.
Suquesta base ebbe inizio il lungo processo di ricostruzione che in Germania
ricevette un impulso tutto particolare a causa di alcuni fattori che, benchè larga-
mente noti, vanno ricordati ancora una volta. La struttura della qualificazione
operaia i n Germania era quella di un paese industrialmente sviluppato; per
realizzare un rapido sviluppo economico, a questo punto erano necessari essen-
zialmente degli investimenti di capitale. Ciò fu facilitato dal fatto che la guerra
aveva danneggiato solo in minima parte i l potenziale produttivo globale e che
nelle zone d'occupazione occidentali venne smantellato solo 1'8% degli impianti
(contro i l 45% nella zona sovietica). Per pervenire a un elevato saggio d i
sviluppo economico e per mantenerlo erano quindi necessari solo investimenti
molto limitati nella struttura dell'istruzione in generale. I l livello della produ-
zione prebellica venne già superato nel 1950. La rapida espansione economica
fu anche sorretta dall'ininterrotto afflusso di profughi, prima dai territori orien-
tali del Reich, poi dalla Repubblica Democratica Tedesca, i l che assicurò una
continua riserva di forza-lavoro altamente qualificata all'industria in sviluppo,
senza che fosse necessario intaccare i l prodotto sociale tedesco per assicurarne
la formazione professionale. Questa circostanza collocò la Repubblica Federale
in una posizione economicamente privilegiata rispetto a tut ta l'Europa Occi-
dentale e in parte rispetto agli stessi Stati Uniti, permettendole anche di conso-
lidare ulteriormente le proprie posizioni sul mercato mondiale.
A partire dal 13 agosto 1961, data in cui venne eretto i l muro di Berlino,
l'afflusso di forza-lavoro qualificata dalla RDT f u bloccato d i forza. Venne
improvvisamente a mancare la possibilità del ricorso gratuito a quote di pro-
dotto sociale altrui. Ciò non ebbe però immediatamente ripercussioni negative
sullo sviluppo economico della Repubblica Federale. Poichè i l numero di operai
stranieri importati nella RFT poteva essere rapidamente accresciuto — fino a
raggiungere 1,3 milioni nel 1966 —, era data la possibilità di una rapida ristrut-
turazione dell'occupazione che permetteva un miglior sfruttamento della strut-
tura della qualificazione professionale esistente. Era data la possibilità di realiz-
zare una nuova divisione del lavoro, che si concretizzò in un afflusso di mano
d'opera straniera nel settore produttivo e in un parallelo deflusso di manodopera
tedesca da questo settore in quello terziario improvvisamente gonfiatosi, unico
settore nel quale poteva ancora prodursi e si produsse effettivamente un aumento
degli « indipendenti », la cui base sociale ed economica è però determinata in
misura crescente dal capitale monopolistico. Temporaneamente un afflusso
quantitativo di manodopera poteva effettivamente servire a migliorare la strut-
tura dell'occupazione e i n t a l modo ad accrescere l a produttività, ma tale
processo non poteva protrarsi ad infinitum. Si giunge infatti a un punto in cui
il puro e semplice afflusso quantitativo di manodopera non risolve più i pro-
blemi, a un punto in cui l'unica soluzione è rappresentata da un miglioramento
della struttura della qualificazione professionale: l'adozione di una nuova tecno-
gia, l'introduzione dell'elettronica nell'amministrazione e nella produzione r i -
chiedono l'ingresso nella produzione di un quadro professionale adeguato. Ma
proprio nel settore della formazione professionale la situazione esistente nella
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