

politicouniversitario (vedi Brema). Da unsondaggioche lo «Spiegel » ha affidato
aun'istituto di demoscopia, effettuato su un campione di 2.960 giovani tra i 15
e i 25 anni, studenti lavoratori, studenti medi superiori e universitari, rappre-
sentativo per altri 2,94 milioni di tedeschi che si trovano nella stessasituazione,
risultache il 67% di essi approva le proteste e le dimostrazioni in corso (il 74%
degli universitari) e che il 58% (67% degli studenti universitari) vi partecipe-
rebbe se ne avesse l'occasione. L'organo di Augstein — non si sa se per
ingenuità o mala fede — trova ancora una volta modo di consolarsi citando
undato che gli appare foriero di buoni auspici: solo il 27% degli studenti si
identificacon Rudi Dutschke, « si dissolve quindi la fama di colui che chiama
alla rivoluzione ».
Ma non è tutto. Nel parlamento federale tedesco,quest'organismorappresen-
tativo nel quale gli stessi deputati ripongono così poco interesse da disertarlo
quasisistematicamente, si è avuto per la prima volta da anni un « tutto esaurito»
quandosi è trattato di insultare e di minacciare coloro che proclamano aperta-
mente la loro ostilità per le strutture rappresentativeborghesi e che si autode-
finiscono « opposizioneextraparlamentare ». Anche in parlamento le voci di
condanna, leminacce e le istigazioni al progromhanno letteralmente sopraffatto
laminoranza che, non del tutto priva di un certo senso politico, ha fatto
appello allamoderazione. E questo è un altro dato significativo: le minoranze
politicamentemenoottuse chemiravano al riassorbimento del moto di protesta
eall'isolamento dei gruppi politicamente coesi di sinistra, che sostenevano
l'esigenza di riflettere seriamente sui problemi che spingevano le masse studen-
tescheall'azione ignorando i canali istituzionali svuotati di ogni significato, per
orahanno perso la battaglia e non si comprende bene come potranno avere
il sopravvento sulle reazioni isteriche dellamaggioranza. Quest'ultima conferma
con i l suo atteggiamento la prognosi lapidaria dell'SDS: « Dalla situazione
postfascista del primo dopoguerra, la Repubblica Federale è passata all'attuale
faseprefascista ». Tra le iniziative ispirate al « buonsensoborghese» va men-
zionata anche la svolta a sinistra del partito liberale (FDP) che ha assunto
allepropriedipendenze il « neomarxista» Ralf Dahrendorff, il quale non molto
tempo fa in una sua indaginesociologica sulla Germania Federale aveva affer-
mato di non identificarsi con alcuni dei partiti esistenti. Anche questo improv-
visoingresso di un accademico di prestigio nella politica militante può essere
compresosolo in connessionecon gli eventi in corso.
La più recente eclamorosacontrooffensiva ufficiale finora intrapresa è stata
la « risposta dei berlinesi », in febbraio, alla manifestazione organizzata poco
prima dagli studenti per il Vietnam. Preceduta da appelli quotidiani dei diversi
fogliacci di Springer allamobilitazione contro gli studenti, preparata con grande
dispendio di energie, — si è concesso addirittura i l pomeriggio libero a tutti
i dipendenti pubblici e un'ora ai dipendenti privati — essa si è svolta con la
partecipazione di una folla valutata a 40-80.000 persone. Nonostante i com-
menti entusiastici della stampa di destra, che tra l'altro ha parlato di 200.000
manifestanti, la manifestazione è stata un fiasco e ha confermato la tesi del-
l'SDSsecondocui la massadella popolazione non è mobilitabile contro gli stu-
denti. Commentatori non certo sospetti di eccessiva simpatia per gli studenti
hannoconstatato conprofondapreoccupazioneche in piazza è scesoquasi solo
il nuovo
Lumpenfrroletariat
di estrema destra. La polizia si è vista costretta
a far sparire un gran numero di cartelli inneggianti all'« ordine» che regnava
ai tempi di Adolf. La manifestazione è stata contrassegnata da numerosi inci-
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