Table of Contents Table of Contents
Previous Page  18 / 152 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 18 / 152 Next Page
Page Background

ranonelle università e coloro che operano in altre istituzioni, se si pervenisse

aun'alleanza tra la fabbrica che è l'università e la fabbrica dei normali prodotti

materiali, pensoche da una tale alleanza che si muovesseall'esterno dei partiti

eche sfruttasse sovversivamente i partiti, si potrebbe pervenire a un rivolu-

zionamentomolto più rapido di larghemasse. Nel frattempo è divenuto anche

chiaroche la salvezza per noi non verrà dal terzo mondo, e che quindi non

dobbiamoneppure attenderla passivamente, ma che invece la lotta, la lotta di

emancipazionesocio-economico del terzo mondo, potrà essere coronata dal

successosoltanto se le più svariate frazioni della popolazione nelle metropoli, se

le forze rivoluzionarie nelle metropoli riusciranno a metter sistematicamente

inquestione lemetropoli stesse e a iniziare al loro interno la lotta rivoluzionaria.

Senzauna trasformazione strutturale delle metropoli e senza una sistema-

tica trasformazione antiautoritaria del socialismo autoritario con i l ricorso ad

attività del tipo « rivoluzione culturale », la lotta di liberazionesocio-economica

condotta nel Terzomondo è destinata a fallire, oppureessacondurrà al sorgere

di stati dei quali Marx

nell'Ideologia tedesca,

in un contestodiverso, ma non del

tutto diverso, dice: « ne vien fuori soltanto una riproduzione della vecchia

merda, una riproduzione della penuria e dellamiseria e non una produzione di

masse di ricchezza sociale umana, il che sarebbe oggi possibile su scala mon-

diale. Con evidenzasemprecrescente si rivela anche la necessità di internazio-

nalizzare la nostra lotta. Di fatto, la globalizzazione delle lotte rivoluzionarie

ègià avvenuta. In tutte le parti del mondooperanomovimenti antiautoritari,

anticapitalistici e antiimperialistici; nelle più diverse parti del mondoessi acqui-

sisconoanche una capacità semprecrescente di condurre la lotta in modo siste-

maticoed efficace. Ma d'altro canto, all'internazionalizzazione della repressione

edella controrivoluzione non si è ancora risposto con un'internazionalizzazione

sistematicadella rivoluzione. Oggi non esiste una rete rivoluzionaria di comu-

nicazioni e di informazioni tra i singolimovimenti impegnati nella lotta. Alla sua

realizzazione si deve lavorare, perchè senza tale internazionalizzazione la lotta

fallirà, la lotta non riuscirà a globalizzarsi, la repressione sarà in condizione di

isolare le singole lotte nazionali, e infine di integrarle o di reprimerle. Alle forze

rivoluzionariedovrebbeessere chiaro che non si deve assolutamente ripetere

l'esperienza di un'Internazionale comunista, nè nella forma leniniana — ma in

fondosi è trattato della forma zinovievista — né nella forma staliniana. Ciò di

cuiabbiamobisogno è la formazione di centrali decentralizzate nelle singole aree

di lotta, dove i raggruppamenti nazionali realizzano le differenti collaborazioni,

siinternazionalizzano nellaconduzionesolidale della lotta e in tal modo acquisi-

scono la capacità di respingere la repressione internazionale.

Laconferenza dell'OLAS e il sorgere dell'OSPAAL sono stati un decisivo

passoinnanzi nel senso di una strategia rivoluzionaria complessiva per il conti-

nenteamericano, in particolare per l'America Latina. E' però chiaro che questo

primo, importantepassodeve venir integrato da un'internazionalizzazione rivo-

luzionariadell'opposizione nelle metropoli. Anche questa internazionalizzazione

nonsorgeràspontaneamente;essa si realizzerà invece soltanto attraverso l'atti-

vità soggettiva dei movimenti che lavorano in modo effettivamente sostanziale

per la rivoluzione. I l centro dei movimenti rivoluzionari attualmente in corso

nelmondo si collocacon tutta evidenza in Asia. La rivoluzione vietnamita, che

giornoper giorno, con straordinari sacrifici, avanza lungo la sua strada, e com-

battesistematicamente l'imperialismostatunitense e i suoi lacchè, viene già oggi

16