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Latina, porterebbe strutturalmente la lot ta internazionale e l o scontro inter-

nazionale t ra rivoluzione e controrivoluzione a un nuovo livello, e richiede-

rebbe anche da noi risposte nuove e specifiche totalmente diverse.

Poichè una simile evoluzione della situazione internazionale è effettiva-

mente sempre possibile a i nostri giorni, l e forze rivoluzionarie, per quanto

possanoessere numericamente deboli nei singoli paesi, devono tener conto stra-

tegicamente di questa eventualità e prepararsi ad essa, senza però mai assolu-

tizzare questa preparazione tecnica, ma integrandola invece come momento

di una discussione politica complessiva, i n modo da organizzarla e praticarla

nel momento politicamente opportuno.

3. T r a i centri nazionali del capitalismo e l'imperialismo come total i tà

sussiste una connessione molto recisa, dalla quale deve venir dedotta ustum

strategia rivoluzionaria nel cui quadro ai movimenti operai nei paesi a capita-

lismo avanzato spetta un posto preciso accanto ai movimenti rivoluzionari del

terzo mondo.

a) Come vedete l'articolazione t ra l a lot ta nel terzo mondo e l a lot ta

nei paesi del tardo capitalismo?

b)

Quale significato avrà a vostro avviso una vi ttoria delle forze rivo-

luzionarie nel Vietnam nel la prospettiva d i un confronto generalizzato con

l'imperialismo?

La totalità imperialistica nelle sue linee di fondo oggi si può dire compiuta.

Ciò significa che un solo imperialismo, l'imperialismo statunitense, domina e

assoggetta i singoli capitalismi nazionali, incluso quello francese. Per questa

ragione la teoria leniniana dell'imperialismo che i n sostanza prendeva avvio

dall'esistenza d i diversi imperialismi nazionali, non può p i ù essere accettata,

poichè l'evidente predominio di un unico imperialismo è un fenomeno storico

nuovo e questo fatto non può non avere un significato rilevante anche per la

strategia rivoluzionaria dei singoli paesi. Ogni lotta condotta all'interno della

società tardo-capitalistica dell'Europa occidentale è, per definizione, anti-impe-

rialistica. Con ciò naturalmente non mi riferisco alle lotte solo apparenti per gli

aumenti salariali; mi riferisco piuttosto a tutte quelle azioni che, sul piano della

coscienza di chi vi partecipa, mettono in -questione la struttura e che soggetti-

vamente e qUiali anche oggettivamente radicalizzano la lotta e quindi rappre-

sentano una lotta contro i l sistema. I movimenti rivoluzionari nelle metropoli

•assumono un ruolo preciso solo quando si riesce a spezzare in termini rivolu-

zionari l a connessione manipolativa strutturale de l tardo capitalismo. Non

esiste un ruolo oggettivistico, preciso dei movimenti operai nelle metropoli,

all'interno della totalità imperialistica; esiste una totalità imperialistica che ha

temporaneamente trasformato gl i stessi movimenti operai i n una componente

integrale del sistema e che tenta di farli permanere in questo stato. All'interno di

una strategia socialrivoluzionaria, questo deve essere i l punto d i partenza, e

solo nel processo della lotta contro questa totalità imperialistica e capitalistica

potrà prender forma i l ruolo dei movimenti rivoluzionari delle diverse frazioni

della popolazione — e la classe operaia è soltanto una delle frazioni della popo-

lazione — rispetto al terzo mondo, rispetto al processo complessivo della rivolu-

zione mondiale. In questo senso, io criticherei e metterei in questione la domanda

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