

decisionale della assemblea e quello teorico delle commissioni d i studio. Su
questo terreno i l movimento studentesco valuta i var i l ivel l i d i integrazione
dei vari gruppi nelle nuove prospettive politiche.
La fase di passaggio dall'assemblea alla prima sperimentazione dei consigli
segna un pr imo momento d i ri f lusso del movimento. I n un cl ima d i stan-
chezza generale muore la prima occupazione; la facoltà di lettere è abbando-
nata per qualche giorno, chiusa per « pulizie e restauri » (1) . Resiste invece,
nel suo magnifico isolamento, la facoltà di architettura.
RIFIUTO DELLA DELEGA E AUTOGESTIONE DELLA LOTTA
I l superamento del le vecchie associazioni studentesche (l 'ORUR, orga-
nismo rappresentativo universitario romano, nelle sue articolazioni dell'Intesa,
dei GA, ecc.) s i è imposto come condizione d i partenza del le nuove lot te,
maturando. poi i postulat i fondamentali
dell'autogestione del la l ot ta
e de l
rifiuto del la delega,
successivamente colorat i d i un p i ù corret to e diverso
contenuto di negazione.
Ma all'inizio i l ri f iuto della delega agli organismi rappresentativi non è che
il primo passo verso i l principio dell'autogestione: esso è solo enunciato, non
recepito i n t u t t o i l suo significato e a t u t t i i l i vel l i del le sue mol tepl ici
articolazioni i n settori sempre p i ù vasti e generali.
Risulta già evidente dal paragrafo precedente, come, da questo pr imo
livello, i l pr incipio dell'autogestione abbia dovuto t rovar conferma i n u n
secondo passaggio d i fondamentale importanza: i l superamento degl i stessi
gruppi minoritari,
fortemente radicati nell'ambiente studentesco. Questa fase
di svi luppo è direttamente connessa al la lot ta cont ro l ' « autostrumentaliz-
zazione », precedentemente descritta. E' così comprensibile i l fenomeno della
straordinaria cresci ta pol i t i ca de l movimento romano ne l per iodo del la
seconda occupazione del la facoltà d i lettere, che vede un pr imo intervento
della polizia e la denuncia d i ottantotto compagni, immediatamente seguita
da una nuova occupazione attraverso l e por te sfondate de l ret torato. L a
strutturazione in consigli, conseguita al superamento della logica assembleare,
apre una fase politicamente qual ificata del la lot ta: i controcorsi sono im-
mersi nella realtà eversiva del movimento e funzionali alla maturazione degli
occupanti (« Black Power », « Rivoluzione culturale cinese »). Si progettano
teach-in sull'imperialismo, s i discutono l e lot te studentesche i n a l t r i paesi.
I consigli lavorano all'individuazione dei temi più corret t i su cui impostare
i rapport i con gl i al t r i studenti e con gl i operai.
Man mano che la lotta si estende e colpisce settori sempre più vasti della
( 1 ) Le pul izie non sono, i n real tà, che un'originale forma d i serrata. I l ret tore ha
giocato, fino a questo punto, a gatto e topo con gl i studenti, occupanti o no. Si è
fatto d i vol ta i n vol ta interprete del la loro comune ansia d i non veni r meno a l
proprio dovere e d i dare liberamente i giust i e sacrosanti esami dell'appello d i
febbraio. Al tre volte ha dichiarato i l proprio orrore per l'intervento delle forze del-
l'odine, così poco funzionale alla sua nomina d i fresca data e così impopolare dopo
il «bel gesto » delle dimissioni del rettore Devoto seguito ai fat t i d i Firenze. Profon-
damente deluso nel la sua mi t e e segreta speranza d i creare u n efficiente f ronte
studentesco d i liberazione universitaria, i l ret tore D'Avack s i t r incera diet ro u n
cordone d i bidelli armat i d i scope e lucidatrici.
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