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passato, invece di contrapporre ai contenuti democratico-borghesi la democrazia

socialista rivoluzionaria come un'alternativa alla struttura esistente, un'alterna-

tiva che sopprime dialetticamente gli elementi corretti contenuti nella prospettiva

democratico-borghese del passato nel quadro di una concezione di reale demo-

crazia dal basso, i partiti comunisti e socialisti seguono oggi la strada che la

socialdemocrazia ha percorso nel periodo precedente la prima guerra mondiale.

I partiti comunisti e socialisti oggi hanno in un certo qual senso la funzione della

I I Internazionale. All'interno della loro concezione del socialismo, non esiste

una reale, profonda contrapposizione con i l sistema esistente del tardo capita-

lismo. La rivendicazione del controllo sui monopoli e alcune rivendicazioni

sensate riguardanti l a politica estera non costituiscono ancora un'alternativa

socialista; la loro concezione è anche del tutto incapace di realizzare l'uomo

nuovo che è premessa del socialismo, è incapace di affrontare quello che è i l

presupposto di ogni lotta rivoluzionaria più i n generale. Proprio per questo

dobbiamo comprendere i partiti comunisti e socialisti come un momento del-

l'unità contraddittoria che è i l tardo capitalismo; come un momento che nei

suoi contenuti socialisti, comunisti costituisce un particolare elemento di contrad-

dizione, ma che nelle sue forme e nei suoi metodi di lotta è parte integrante del

del sistema oggi esistente in Europa occidentale.

L'uomo nuovo provvisto di nuovi bisogni e della nuova capacità di pro-

durre dal basso la democrazia, una democrazia reale e diretta, può formarsi sol-

tanto in un lungo processo di scontro e di lotta con l'ordine repressivo esistente.

L'organizzazione di questa lotta può quindi essere soltanto extra-parlamentare

eanti-istituzionale nel senso delle istituzioni odierne. Questa lotta contro l'appa-

rato statale, contro le sue differenti frazioni è la condizione della possibilità

di realizzazione delle intenzioni rivoluzionarie. Soltanto nella lotta l'individuo

autoritario, adattato, impotente nella sua struttura caratteriale e nella strut-

tura del suo rapporto con la società, può trasformare la propria struttura carat-

teriale, acquisire la capacità di concepire la società come trasformabile, come

un'entità che può essere plasmata, e svolgere un ruolo effettivo nel processo

di realizzazione della nuova società. Proprio per questo sono necessarie orga-

nizzazioni autonome e non organizzazioni estranee; per questo anche la necessità

di una democratizzazione dal basso. I l processo rivoluzionario crea questi mo-

menti di democrazia diretta già nelle singole sfere in cui si combatte. Le lotte

che vengono condotte da noi nelle università a Berlino occidentale e nella

Germania federale sono lotte antiautoritarie, nelle quali coloro che partecipano

alla lotta si modificano interiormente ed esteriormente sul piano intellettuale

esu quello del carattere, acquisendo nuovi modi di comportamento, nuovi atteg-

giamenti nei confronti della vita, della società e della necessità della rivoluzione.

Soltanto la lotta di classe per la realizzazione della democrazia socialista,

per la formazione di una comunità socialista, per la democrazia operaia, sol-

tanto questa lotta di classe — e l'accento è posto su lotta — permette l'effet-

tiva realizzazione di una nuova società. Si tratta di una vecchia verità, che

Lenin ha sottolineato al tempo dei fatt i di Kronstadt del marzo 1921 e poi

instancabilmente anche negli ultimi mesi di vita, ma è una verità che è sempre

necessario richiamare alla memoria. Questa lotta di classe i partiti comunisti

esocialisti dell'Europa occidentale non l a conducono più. Ed è per questo

cheessi sono divenuti, seppur in forma contraddittoria, una componente del

sistema. Coloro che non sono d'accordo con i l sistema capitalistico nella sua

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