Table of Contents Table of Contents
Previous Page  8 / 152 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 8 / 152 Next Page
Page Background

lismo democratico, l'attività autonoma dal basso delle masse non svolga una

parte decisiva, che la dittatura del proletariato di Lenin dal 1918 al 1920 ecc.

abbia potuto essere intesa nel senso di una dittatura dell'avanguardia, rivela

forse la fondatezza della mia critica. La conclusione cui voglio giungere è la

seguente: l'organizzazione autonoma come l'ho descritta, in quanto organizza-

zione degli uomini che non sono più disposti a sottomettersi alle regole d i

gioco del sistema di istituzioni esistente, è una nuova forma di organizzazione

che si colloca al di là dell'organizzazione di partito.

La forma dell'organizzazione autonoma agisce nelle sfere i n cui vivono

gli uomini che non accettano più le regole del gioco. Ciò significa che in ogni

istituzione, dalla fabbrica all'università, dalla scuola alla chiesa, possono costi-

tuirsi organizzazioni autonome, possono formarsi avanguardie autonominatesi,

che, senza essere costrette ad assoggettarsi alla pretesa monopolistica d i un

partito, possono intraprendere l a lot ta antiautoritaria all'interno della loro

sfera specifica. A mio avviso, oggi la lotta antiautoritaria è tendenzialmente una

lotta rivoluzionaria e quindi anche una lotta socialista, poichè tutte le istitu-

zioni del tardo capitalismo sono in sè autoritarie, formano esseri umani impo-

tenti e autoritari che all'interno del sistema del tardo capitalismo sono costretti

ad adattarsi e che tendono all'adattamento in base alla loro struttura carat-

teriale.

. P e r questo l'insieme delle forme d i lotta che noi dobbiamo sviluppare

Hde,veessere determinato chiedendosi se tal i forme sono i n grado d i spezzare

la struttura caratteriale impotente e passiva delle masse salariate delle diverse

frazioni della popolazione. I l problema organizzativo per noi, per i l campo

rivoluzionario, deve essere posto soltanto in questi termini. E a questo punto

ritengo che si possa affermare che anche il partito stesso non è più una struttura

di lotta, una forma organizzativa che ci permetta d i formare delle strutture

caratteriali antiautoritarie, potenti, che siano in grado di condurre la lotta rivo-

luzionaria spinte da interessi e da bisogni rivoluzionari.

Conducendo la battaglia per l'uomo nuovo, per la nuova società socialista

rivoluzionaria, fuori dal sistema delle istituzioni esistenti, fuori dalle regole del

gioco vigenti, siamo i n condizione di contrapporre permanentemente azioni

sovversive e forme sovversive a i meccanismi d i integrazione della società

borghese. In ciò noi vediamo l'unica possibilità di formare un potenziale rivo-

luzionario all'interno delle differenti istituzioni del tardo capitalismo, un poten-

ziale che potrebbe essere in condizione di mettere in atto un processo rivoluzio-

nario che non si esaurisca nel sostituire una cricca dirigente con un'altra e nel

trasformare la nazionalizzazione capitalistica in nazionalizzazione socialista; un

potenziale capace di effettuare una rivoluzione che riesca a imporre, sulla base

del principio dell'organizzazione autonoma, con la formula strutturante — tra-

smessaci nelle

Tesi su Feuerbach

€ l'educatore deve essere educato », una

nuova società controllata dal basso, cioè in grado, attraverso lo strumento dei

consigli, di controllare costantemente le istituzioni dirigenti temporanee e d i

poterle in ogni momento destituire grazie ai suoi mandati imperativi. Questa

soluzione apparentemente puristica del problema del parlamentarismo diviene

dialetticamente realistica non appena si soggiunge che, sulla base del principio

delle attività extraparlamentari, della lotta extraparlamentare, la lotta parla-

mentare finisce col rappresentare un prodotto di scarto dell'azione extraparla-