

scono nella società, non controllano e non comprendono la società alla quale
invece si assoggettano con passività e sofferenza.
Questa quotidiana formazione di individui che non sono in grado di agire
in quanto individui ma possono agire soltanto come oggetto dei dominanti, e che
quindi reagiscono passivamente, questa trasformazione i n oggetti non viene
compresa all'interno della teoria della via democratica al socialismo come la
intendono i partiti comunisti. I n tal modo i partiti comunisti stessi divengono
una componente del tardo capitalismo, poichè la loro lotta, le loro forme d i
lotta si distinguono ormai solo formalmente e programmaticamente dall'ideologia
edalle forme del capitale e dei partiti borghesi. Attorno al 1921, Lukàcs una
volta ha detto che la grande tragedia del movimento operaio consisteva nel suo
essere incapace di staccarsi ideologicamente dalla borghesia e dal pensiero bor-
ghese. Egli aggiunse anche che non bastava che un partito comunista si diffe-
renziasse da un partito socialdemocratico o borghese con i l solo programma. Se
all'interno dei partiti comunisti, all'interno del campo rivoluzionario non diven-
gono già visibili momenti della controsocietà, della nuova società, degli uomini
nuovi con nuovi bisogni e nuovi interessi, allora la differenza tra comunismo
esocialdemocrazia, tra PC e PSD è soltanto una differenza quantitativa e irri-
levante, irrilevante nel senso della trasformazione sociale i n direzione della
democrazia diretta, in direzione del socialismo come possibilità e capacità degli
uomini di svilupparsi al massimo sul piano creativo e in ultima istanza di dive-
nire uomini nuovi. Ritengo quindi che una strategia socialista per l'Europa
occidentale avrebbe in tut t i i paesi i l compito di svolgere una politica extra-
parlamentare, pur utilizzando i n pari tempo sovversivamente i l parlamento
nell'ambito di una strategia extraparlamentare. Ciò significa dedicarsi attiva-
mente al boicottaggio delle elezioni in occasione delle campagne elettorali, vale
adire anche organizzare delle manifestazioni elettorali, ma utilizzando ognuna
di esse per la denuncia del parlamento, per la denuncia del sistema di istitu-
zioni del tardo capitalismo; si tratta in altri termini di condurre delle campagne
di smascheramento e non delle campagne propagandistiche per la vendita di un
prodotto. Campagne che hanno il compito di risvegliare la coscienza e la attività
autonoma, dal basso, delle masse; campagne che non lascino in esse un senso
di sicurezza, che non facciano loro pensare che eleggendo i l tale o i l tal'altro
candidato all'interno del parlamento si svilupperà una linea politica corretta.
Dobbiamo togliere costantemente alle masse questa fiducia nelle istituzioni del
tardo capitalismo, renderle insicure nella loro falsa coscienza e far loro com-
prendere questa lotta extraparlamentare come lotta per l'uomo nuovo, per la
creazione di forme di organizzazione autonoma, forme che articolino e orga-
nizzino gli interessi e i bisogni specifici degli uomini, dei gruppi, delle frazioni.
Sono queste forme di organizzazione autonoma che dobbiamo far sorgere,
èper questo che dobbiamo lavorare e non per sorreggere la fiducia nelle orga-
nizzazione estranee e ciò significa partiti, parlamento ecc., vale a dire istituzioni
nel senso tradizionale del termine. La questione del parlamentarismo io non la
vedo separata da quella del partito. I partiti esistenti che partecipano o inten-
dono partecipare al gioco parlamentare si caratterizzano per i l fatto di essere
in ultima istanza dei tradizionali partiti di massa borghesi. Esistono effettiva-
mente delle differenze tra partiti socialisti e partiti borghesi, ma essi tut t i sono
caratterizzati da una struttura di fondo, dal fatto che i l rapporto tra dirigenti
ebase, tra le masse e i loro rappresentanti è strutturato in modo autoritario.
Il fatto che anche nel concetto leniniano del partito, nella concezione del centra-
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