Table of Contents Table of Contents
Previous Page  99 / 136 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 99 / 136 Next Page
Page Background

«Aiuto, signor Kossighin! »; o la stessa, ricoperta di un sacco nero fino

alle ginocchia, che dice a l pubblico: « ecco, vo i m i guardate come i

bianchi vedono i negri, gl i ebrei gl i arabi, ecc. »; o i l carrarmato-giocat-

tolo USA bloccato e respinto da una pioggia d i l ibret t i rossi; ecc. I l

ricorso al la plastica, a l gioco, a i material i correnti e abi tual i d i una

presenza e d i un dominio giornaliero sono volutamente e acutamente

«puerili », sollecitano uno sguardo stupefatto e l ' immediata perce-

zione delle ver i tà « lapalissiane ». Questa « costruzione insieme », que-

sta con-ricerca, non sempre porta a esemplificazioni accettabili e com-

plete; Godard ne dà r isul tat i non sempre teoricamente def ini t i , l imi -

tandosi spesso ad indicare i l problema (esempio: l ' ar te socialista), e

tuttavia ( la lotta sui due fronti) trovandovi una dimensione ottimale di

illuminazione e comparizione, at ta a suscitare i l dubbio o a ridestare

il problema, e non più — come i n tant i esempi da f i lm precedenti

ad esaltare i l dubbio o soddisfarsi del fumo. Godard insomma comincia

a riflettere proprio sulle veri tà « evidenti », trova accenni d i risposte,

e dove non ha saputo applicarle coerentemente a l suo f i lm

e n t rain

de se faire,

ha tuttavia saputo evitarne quasi sempre la mistificazione

o l ' indebi to collegamento a sue p i ù personali preoccupazioni.

Una breve lezione d i Léaud sul cinema trasferisce, per la pr ima

volta e con nostra allegria, l'interesse d i Godard dal beneamato Lu -

mière alla scoperta di Méliès. Se si intendono, come è ormai tradizione,

i due pol i dei dilemma: Lumière come cinema della realtà, rossellini-

smo, fenomeni; Méliès come « falsificazione » della realtà, ricostruzione,

fantastica spiegazione — sarà megl io detto quale passo Godard st ia

affrontando e i n quale direzione s i volga, quanto vadano maturando

la sua reazione e la sua insoddisfazione, dal r i f iuto del rispecchiamento

alla conquista del la riflessione e del la spiegazione appun t o ol t re l e

apparenze, ma f ino ad una nuova e assai più autentica semplicità.

Tuttavia l'impasse di questo tipo di operazione, che f i la però liscia

e scandita, esatta e progressiva per almeno un'ora e più d i proiezione

tenendo desto comunque l ' intelletto dello spettatore pure se attraverso

un discorso « teorico » continuo, spunta fuor i qualora i l regista non

sia ancora i n grado di padroneggiare pienamente non tanto la materia

quanto i l complesso teorico cui si riferisce. Come infat t i avviene. C'era

da temerlo, se si pensa all'incerto itinerario d i Godard da f i lm a f i lm

e ai suoi monotoni disorientamenti di fronte ad un universo di cui non

afferra l a logica e che tenta d i spiegare pe r micro-fenomeni o pe r

troppo massimi sistemi. I l disorientamento è tutt 'al tro che scomparso,

ed ecco che l 'ul t imo « movimento » del f i lm provoca una duplice rica-

duta a schemi e soluzioni precedenti, permettendo i l recupero del f i lm

da parte dei qualunquisti-godardiani cosi peggiori di l u i o dei borghe-

suzzi del gran jury.

Godard non ha ancora acquisito, non padroneggia ancora i l t ipo

97