

ispirazione egl i l i reperisce i n u n contesto ispano-messicano, social-
mente arretrato e sottosviluppato. L e sue storie sono apologhi che
rovesciano quel l i ideali delle agiografie, trasportando i personaggi che
ne sono al centro i n imprese i n sè non odiose d i purificazione e mis-
sione, e concludentisi ottimisticamente, cioè con la sconfitta del santo
e la vittoria dell'uomo. Ma si negherà a un autore i l di r i t to d i essere
fedele a se stesso quando la sua opera manifesta la più variata e rigo-
rosa fantasia, la più scrupolosa e vigorosa consistenza? Eppure Buñuel
riesce, con
Belle de jour,
a darci ancora qualcosa di più, con un muta-
mento — all'interno della sua opera — doppiamente importante. Eg l i
infatti: 1 ) abbandona l'ambiente « arretrato » d i tut ta l a sua opera e
passa a quel lo europeo centrale ed avanzato d i una Par igi d i oggi,
indubitabilmente f i l trata attraverso i l suo particolare irrealismo sche-
matico; 2) su questa base, che supera quella dei f i lm francesi di Buñuel,
non a caso ambientati i n una provincia estrema come l a Corsica d i
Cela s'appelle l'aurore, o gl i anni trenta campagnoli del Journal d'une
femme de chambre,
abbandona i sant i per parlare dell 'uomo medio,
del noi quotidiano.
Séverine segue un itinerario simile e parallelo a quello di
Viridian,a,
di
Nazarin,
d i
Simeon.
Al l o stesso tempo, non è una pazza, come
El ,
nè si libera delle sue ossessioni come
Archi baldo de la Cruz,
i l perso-
naggio cui più d'ogni altro somiglia, ma col quale non ha in comune la
profondità del trauma, e quindi i l più ampio margine d i chances libe-
ratorie. La mol la d i Séverine è meno alta d i quella d i Viridiana, che
vuole cambiare i l mondo con l'amore e col Cristo; prigioniera della sua
infanzia, della sua ambigua passività masochistico-cattolica e della sua
condizione d i sposa borghese, non vuole che confusamente adempiersi
e completarsi, s i spinge torpidamente al la prostituzione, come ad una
colpa inevitabile, che vorrà esser punita, ma con un'ansia irrevocabile
di liberazione. Ma è la strada giusta? Lascia alle cinque la casa d'appun-
tamento per rientrare nella bella casa borghese, ma è veramente uscita
dalla sua contraddizione prima? S i l ibera dal la fantasticheria, dal so-
gno a d occhi aper t i , da l l a insoddisfazione misera e abi tuale, m a
Marcel, i l giovane guappo, ed Henri, i l marito, non sono i n fondo co-
strizioni parallele? ed è ma i possibile una loro coesistenza? L a pre-
carietà del la situazione non put , che esplodere ed anche i l castigo
(termine cristiano, interno cioè al la logica del la colpa, d i quanto è
visto come colpa; che segreta e squillante idea, quella dei tor i che s i
chiamano Rimorso, Espiazionew nella rêverie, più oscena e squisita che
in Dail,
dell'Angelus
d i Mi l let!) arriva, temuto e voluto. Marcel rende
Henri paralitico e cieco, ma viene ucciso dal la polizia. Fel ice (ogn i
masochista ha i l suo risvolto sadico) della punizione fatale, sofferta ben
più duramente da al t r i , dice Séverine: « dopo i l t uo incidente, non
sogno p i ù ». Ma i l diavolo non perdona, e d i fronte al la conoscenza
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