

Goffredo Foul.
IL FESTIVAL CINEMATOGRAFICO D I VENEZIA
I l nero e i l rosa
«L'illusionista mostra i l mondo i n rosa, l'ipnotizzatore getta nelle
tenebre », si dice, all'incirca, in
Belle de jour,
dove l'illusione, che evita
le possibilità catartiche, vince sull'ipnosi. Amalgama dei due, e scien-
tifico osservatore del loro manifestarsi, Bufluel ha trionfato a Venezia
con u n f i l m solo esteriormente rosa ed « elegante ». Non interessa
sapere quanto i l suo successo sia dovuto a l tardivo riconoscimento d i
un autore che la critica italiana ha trascurato per decenni, ridicolizzato
sovente, trattato da caso clinico ininteressante, e che ora consacra con
colpevole pentimento. Esplode oggi soltanto, i n Ital ia, i l mi to bunue-
liano, ben p i ù forte del la frequentazione del le sue opere, e abbaglia
molti che v i cercano anacronisticamente quel che egl i aveva dato con
L'âge d'or :
l a r ivol ta pura, i l blasfemo. Ma Buñuel è adulto e savio,
ed osserva oggi con distacco quello cui ier i partecipava aggredendo. La
narrazione pacata, priva d'effetti di regia, d i un candore e di una sem-
plicità che non hanno nul la della faticosa ricostruzione, fedele soltanto
ad un gioco di associazioni via via coordinantesi in una struttura auto-
noma, a più l ivel l i — e soprattutto nel rapporto vischioso t ra conscio
e inconscio — introduce l o spettatore ad u n mondo segreto e non
immediatamente significativo, pretende da lui lo sguardo pul i to dell'in-
teressamento distante (attraverso i l t ipo d i linguaggio d,i cui si serve)
e coinvolto ( pe r i suoi r i fer iment i sotterranei). L a naturalezza p i ù
totale copre la complessità narrativa più elaborata. Di morboso: solo i l
fatto che Séverine è, i n qualche modo, sorella nostra, e che Buñuel
ce
la porta i l p i ù possibile accanto per sottrarla d i continuo al la nostra
identificazione, i n un gioco perfetto e sottile di alternanze.
Certo, da questo vecchissimo infante, non c i si possono attendere
f i lm legat i ad una contemporaneità tematica o narrativa assiomatica.
I l suo Freud e i l suo Sade egl i l i ha innestati, attraverso Breton e i l
gruppo, a l fondo spagnolo, plcaro e morale della sua cultura, nel lon-
tano trenta, ed eg l i torna a queste componenti senza por tarvi che
variazioni interne, ma i rivoluzionarie, ed anzi con divert i to distacco
dalla
materia
e dal le passioni trattate, partecipe per simpatia e
per
curiosità,
lontano per
non-immedesimazione. I
dat i
esterni
della sua