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sviluppo alcuno oltre i l gradino dell'automatizzazione più completa, per-
chè infatti non si possono indicare al tri ambiti di prestazione umana, che
si potrebbero oggettivare » (3).
Sembra per?) esserci ancora un'al tra tendenza nel lo sviluppo im-
manente dei, mezzi tecnici. I n f a t t i l a tecnica autonomizzatasi non s i
limita a contrapporsi all'uomo, ma gl i uomini stessi possono venir inte-
grati agl i apparati tecnici E ' i l caso dei cosiddetti sistemi uomo-mac-
china. Le parti di tal i sistemi non comprendono solo macchine, come nel
caso dei processi produtt ivi regolati automaticamente e dai qual i è el i-
minata l a forza-lavoro umana. Essi coordinano invece prestazioni d i
macchine e reazioni umane. Ne sono un esempio i moderni sistemi d i
avvistamento aereo. I n linea di principio è anche possibile concepire in
questo modo singole imprese ed organizzazioni o interi sistemi economici,
analizzarli ed attrezzarli con comandi automatici i n base a i r isul tat i
dell'analisi sistemica. A questo l ivel lo i l rapporto uomo-macchina sem-
bra rovesciarsi. L a guida de i sistemi uomo-macchina è passata al la
macchina. L'uomo ha abbandonato i l suo ruolo di controllo dell'impiego
di mezzi tecnici, mentre segmenti del comportamento umano sono stati
invece ridott i al livello di parti di macchine regolate. Nemmeno i l ruolo
di costruttore di sistemi autoregolati, composti di macchine ed uomini,
sembra, a lungo andare, rimanere privi legio indiscusso dell'uomo. I l
problema della costruzione di macchine, che ne riproducono altre di più
elevata efficienza e maggiore complessità è a quanto pare g i à
risolto i n teoria.
Non s i deve per t , argomentando da quest'ultimo gradino del lo
sviluppo tecnico, estrapolare con leggerezza i l sogno cibernetico d i
un mondo retto da macchine sempre più numerose. Finchè gl i uomini
stessi potranno determinare la direzione e i l r i tmo del progresso tecni-
co, l'autonomizzarsi dei mezzi ed aggregati tecnici sarà solo espressione
del loro grado elevato d i efficacia: L'attuale produzione automatizzata
di beni o l'impresa diretta ciberneticamente del futuro liberano l'uomo
dal lavoro fisico e da rischi evitabili, quindi da dolori e pericoli, che
già nei p i ù ant ichi documenti dell'umanità sono def ini t i come t a l i e
nient'altro. A pr ima vista s i presenta quindi un'interpretazione nien-
t'affatto pessimistica de l progresso tecnico; l a potremmo chiamare
l'interpretazione liberale della tecnica.
Quanto p i ù s i estende i l nostro potere d i disposizione tecnica su
processi natural i e sociali, tanto più s i allarga l'ambito, entro i l quale
( 3 ) A .
GEHLEN,
« Anthropologische An s i c h t d e r Te c h n i k », i n
Te c h n i k i n i
technischen Zei tal ter, ci t . , p. 107.
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