zione di forze rivoluzionarie e quello sviluppoeconomico di nuovi mercati che
èindispensabile per l'espansione capitalistica futura. Ma quando la situazione
arriva a un punto critico di lotta aperta, in cui il riformismo non dà sufficienti
garanzie di controllo, si sceglie l'intervento armato, anche se questo significa
bloccaretemporaneamente certe possibilità di « razionalizzazione» e di sviluppo
acui lo stessocapitalismo ha interesse. Le situazioni di questogenere si vanno
moltiplicando, e l'aspetto militare-autoritario sta nettamente prevalendo su
quellodemocratico-riformista.
In questosenso non vi sono differenze di fondo tra clinea Kennedy) e
slineaJohnson». Vi sono forse differenze di sfumatura (nel sensoche la prima
eradisposta a rischiare un po' di più pur di mantenere aperte certe possibilità
riformistiche): ma la differenza di fondo non sta in una linea diversa, bensi
neilosviluppo avuto da movimenti rivoluzionari in varie parti del mondo, che
haportato l'imperialismo alla scelta dei « metodi duri ».
Questapolitica non è pen') priva di difficoltà e di contraddizioni, sia sul
pianoeconomico che su quello militare. E ut i le vederle brevemente, vedere
comel'imperialismo americano tenta di controllarle e vedere quali forze lo
aiutano o lo ostacolano in questo tentativo.
Il primo problema, di prospettiva a lungo termine, è legato all'esigenza di
espansionedel mercato capitalistico, di cui si diceva prima. Per la creazione
dinuovi mercati, la politica più funzionale è il riformismo che trasformi grada-
tamente le aree sottosviluppate, non in aree dotate di meccanismo di sviluppo
autonomo, ma neanche in aree stagnanti e impoverite, bensì in aree integrate
esubordinate all'area capitalistica avanzata, dove ci sia un certo sviluppo della
domanda, tale da consentire uno sbocco nuovo alle produzioni capitalistiche.
Abbiamovisto che la politica autoritaria-militare blocca per un lungo periodo
questapossibilità in molte di queste zone: sia (quando arriva a forme di guerra
aperta) per il fatto bellico in sè, sia perchè coincidespessocon l'appoggio a
forzepolitiche e sociali arretrate anche dal punto di vista capitalistico.
Quali sono le condizioni che aiutano l'imperialismo USA a « sopportare»
ouestacontraddizione?
Sulpiano immediato, vi sono anzitutto le capacità, tutt'altro che esaurite,
diassorbimento del mercato capitalistico interno, sia americano che europeo.
Di qui, tra l'altro, un'accentuazionedell'espansioneeconomicaverso l'Europa che
anch'essa, pero, non è priva di contraddizioni e di urti politici (vedi politica
gollista) anche se non così « esplosivi » da rendere realistiche le politiche di
«appellonazionale contro l'espansione americana » con cui i l PCI e le altre
forze (anche certi gruppi filo-cinesi!) sperano di realizzare una larga unità. Ma
vi è un altro elemento importante che aiuta gli USA in• questasituazione: le
nuovepossibilità di espansione nei mercati del blocco sovietico, create dalla
attuale politica economica sovietica. Esse non consistono solo genericamente
inun'intensificazione dei rapporti economici, ma nella scelta, da parte sovietica,
di un tipo di sviluppo (centrato sulla produzione di beni di consumodurevoli,
. e caratterizzato dall'adoziorie di metodi di organizzazione del lavoro capitalistici)
per cui solo l'area capitalistica può offrire all'URSS l'esperienza e i mezzi
necessari. Si apre così un nuovomercato, ad un livello di reddito ben più alto
deisottosviluppati (e quindi già molto più « pronto »). Questoserve sia diretta-
menteall'espansionedegli USA; sia indirettamente, perchè offre ai paesi europei
(alcuni dei quali, come l'Italia, sono stati particolarmente attivi in questosenso)
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