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diretta URSS-USA (anche se ora quella soluzione sembra ormai superata dalla

ipresa rivoluzionaria della politica cubana).

L'intensificazione dell'aiuto militare sovietico (che, da pochi mesi a questa

parte, è divenuto realmente consistente e d i al ta qualità, diversamente da

prima) può quindi ancheessere un passo in questa direzione. Per questo sarebbe

semplicistico ed errato limitarci a « rallegrarci » di questo aiuto più consistente:

ènecessario individuarne gli scopi politici: ed è chiaro che la trattativa a livello

di grandi potenze porterebbe a soluzioni di compromesso a danno della rivo-

luzione vietnamita. A l tempo stesso resta difficile prevedere i n concreto se

questa tattica « passerà », dal momento che sono tanti gli ostacoli che essa deve

fronteggiare, sia da parte rivoluzionaria (opposizione vietnamita a un inter-

vento sovietico che voglia avocare a sè la direzione politica della lotta) sia da

parte imperialistica (anche se un compromesso negoziato alle spalle dei vietna-

miti è sul piano del

metodo

la soluzione voluta anche dagli USA, sui

contenuti

restano aperte molte possibilità di scontro; inoltre in certi momenti la « logica »

dellamacchina di aggressione pike essere difficilmente arrestabile).

La posizione cinese

La strategia enunciata i n particolar modo in questi ultimi anni d a i

comunisti cinesi costituisce, sul piano teorico, l'unica risposta coerente ai pro-

blemi posti dall'attuale situazione della lotta di classe nel mondo: anche se non

èuna risposta completa, e se al livello della sua attuazione si aprono difficili

problemi.

Gli aspetti principali per cui l a linea cinese costituisce l a prospettivi

teorica più valida sono:

1) i cinesi sono stati i primi a criticare e rifiutare con chiarezza la linea

della coesistenza vista come strategia rivoluzionaria, e a individuare nella molti-

plicazione internazionale delle rivoluzioni armate contro l'imperialismo la via

decisiva per l'affermazione del socialismo;

2) i cinesi hanno più d'ogni altro elaborato teoricamente e praticamente

il principale strumento politico-militare di tale lotta nei paesi sottosviluppati

(e non necessariamente solo in essi), cioè la guerriglia, i l tipo di organizzazione

che la dirige e la realizza, i problemi politici ed economici che v i si accom-

pagnano, ecc.;

3) i cinesi hanno saldato coerentemente questi aspetti con la loro stessa

concezione della « costruzione del socialismo » nei paesi dove i capitalisti sono

stati cacciati: tale costruzione non può essere compiuta finchè la rivoluzione

mondiale non è vittoriosa; essa ha quindi sempre caratteristiche provvisorie e

soprattutto i l contributo del paese socialista alla lotta internazionale diretta

contro l'imperialismo costituisce un criterio cruciale di verifica della sua natura

socialista;

4) soprattutto nell'attuale rivoluzione culturale, i cinesi hanno dato i l più

importante contributo finora sviluppato da uno stato socialista al chiarimento

della questione « perchè si lotta », « che cosa si vuol realizzare una volta scon-

fitti gl i imperialisti »: cercando di indicare una via di sviluppo delle « zone

occupate» dalle forze socialiste che non consista nella creazione di nuovi privilegi

economici e politici, di nuove cristallizzazioni di potere e di interessi partico-