

rizzato da alcuni aspetti t ipi c i : comportamento esecutivo, scomparsa
del senso d i responsabilità, aumento della spinta a i consumi. Facendo
un passo più 'di Henry, Goldmann sostiene che qualsiasi critica o presa
di coscienza intellettuale non ha senso se non è legata a una prassi.
D'altro lato, in una lunga disamina del problema della presa di coscienza,
Goldmann difende una sorta d i coscienza col lettiva che, sospesa f r a
«i pericol i opposti del dogmatismo e dell'eccesso d i cr i t ica » f inisce
per esprimersi i n una sorta d i responsabilizzazione civi le che s i trova
brillantemente esemplificata nell'autogestione jugoslava. I l discorso
politico d i Goldmann, purtroppo, finisce qui .
M a r c u s e
In questo contesto, Marcuse merita indubbiamente una attenzione
molto maggiore. L a sua posizione è complessa, riccamente articolata,
e non facilmente riassumibile; s i aggiunga che i l discorso marcusiano
di oggi non ha grande significato se non viene esaminato nel contesto
dell'evoluzione delle sue idee nel corso degli u l t imi anni. M i l imi ted)
quindi ad alcune note, senza nessuna pretesa d i completezza.
I l giudizio pol itico d i Marcuse è polemico e preciso.
I l
sistema
capitalistico è repressivo e falso; sul la situazione mondiale Marcuse
è esplicitamente d'accordo con Sweezy; sul la guerra del Viet Nam, i n
particolare, nega che g l i Stat i Un i t i abbiano, nel la situazione attuale,
altre intenzioni e possibilità che non siano di natura mi l itare e repres-
siva. I l fatto che la società capitalista, così come è ora, sia capace d i
funzionare a l ivel l i di integrazione sempre maggiori non esclude nè la
possibilità d i regressioni fasciste, nè" la prospettiva d i u n ambiguo
processo involutivo: ma è a questo punto che la società attuale, nei suoi
aspetti d i cr isi e d i ipermaturità, indica oggi l e premesse per i l
suo
rovesciamento. Da un lato si ha la « sindrome del tardo capitalismo »
che consiste i n una integrazione totalizzante capace d i riassorbire i n
un circuito complesso ogni contraddizione; da un altro lato si ha l'emer-
gere recente di un « warfare state », di una integrazione ottenuta, questa
volta, nella violenza e nella guerra. Fra questi due aspetti esiste una
dialettica l 'aggressività verso l'esterno implica una aggressività e una
violenza
interne
che però vengono ancora riassorbite, e mascherate,
al prezzo di umiliare e frustrare una « esistenza umana che difende la
sua stessa servitù ». I l capitalismo d i oggi è una sintesi d i razionalità
. e irrazionalità, un equi l ibrio dinamico d i contrasti; ma malgrado che
«la nostra int iera esistenza sia divenuta i l soggetto-oggetto dell'inge-
gneria sociale » non possiamo dimenticare che i l prezzo di questa inte-
grazione viene ancora pagato prevalentemente al suo esterno, dai popoli
sfruttati del terzo mondo, così come non possiamo perdere d i vista
l'esistenza d i una struttura d i classe all'interno, e d i un identificabile
13