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diverso da quello d i Ciombè, che è un

bianco ( «

He i s a whi te man,

he wi l l be destroyed »). D'al tro lato la posizione attuale d i M.L. Ki ng

viene giudicata non corretta ma

per ora

non incompatibile con la lotta

dei negri. I n secondo luogo v i è' la formazione recente, all ' interno degli

Stati Uniti, di una realtà coloniale : i ghetti negri. I bianchi si spostano

decisamente nei sobborghi, fuor i dalle città che presto saranno intiera-

mente occupate da negri, e da portoricani e sudamericani. I ghetti, che

già da oggi sembrano confluire verso un unico, involontario, mal igno

modello sociologico, f r a pochi anni saranno grandi aree identiche con

un loro governatore (bianco) i n cu i vivranno i due terz i de i negr i

americani. A l loro interno però resteranno dei beni che i bianchi non

potranno rischiare d i perdere. Di qui la logica della distruzione: se c i

combatteranno, no i distruggeremo l e l oro c i t tà dal l ' interno. So che

Carmichael tende a vol te a una visione p i ù articolata e pessimista:

negri potranno forse essere schiacciati nelle città dalle truppe federali,

anche se a costo d i enormi perdite per la società bianca, a

meno che

la diffusione delle lotte d i liberazione nel resto del globo non port i ad

una insufficienza numerica nel contingente di soldati bianchi necessari

sia dentro che fuori gli Stati Uniti. (Si inserisce qui la teoria del numero

limite di mi l i tari che gl i Stati Uni t i potranno mobilitare man mano dai

ceti meno produttivi a quel l i a più alta produttività senza distruggere

con questo la loro stessa economia: Sweezy sostiene a questo proposito

che i l processo verrà probabilmente accelerato dal fat to che g l i ame-

ricani potranno fidarsi sempre meno dei mercenari stranieri). Vi è per t

un altro fattore, previsto da Carmichael: l a cronicizzazione della rivolta

con trasferimento della guerriglia dalle ci ttà al le zone extraurbane, i n

un collegamento sempre più stretto e organico con le lotte di liberazione

fuori dagli Stati Uniti.

Sweezy, Gerassi, Henry, Goldmann

Vi sarebbero forse altre cose da dire su Carmichael a Londra, ma

le esigenze di spazio mi consigliano di parlare qui brevemente degli al tri

oratori e della posizione degli hippies, nel la misura i n cui concorrono

a definire i l imi t i di una problematica generale. Gl i interventi di Sweezy

e d i Gerassi ( e i n parte d i Henry) s i collegano all'analisi d i Stokely

Carmichael i n pr imo luogo i n quanto confermano 11 carattere globale

(cioè mondiale) delle prospettive del capitalismo e della lot ta antica-

pitalista.

La posizione di Sweezy è in buona parte già nota. Contro le conce-

zioni che considerano i l capitalismo come un'ent i tà dinamica isolata,

e contro le concezioni (sovietiche) che attribuiscono ai paesi sottosvilup-

pati la possibilità d i uha scelta fra sviltippo socialista e sviluppo capi-

talista, Sweezy sostiene l a teoria « globale » d i una dialettica storica

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