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come per i popoli del terzo mondo, i l risultato di una situazione che non

ha ormai altre vie; la ben nota frase di Che Guevara sulla necessità d i

odiare del rivoluzionario esclude soluzioni intellettualistiche: i l negro

odia con i l suo corpo perchè nel suo corpo (e

come corpo,

ma questa

è una precisazione di Gerassi) viene schiacciato dal potere bianco. Così,

il contadino povero del terzo mondo odia con i l suo corpo perchè non

avrà altra scelta, nei prossimi anni, che la morte per fame; i l bianco non

può odiare se non intellettualmente ( « he cannot hate w i t h himself,

with his guts ») perchè non s i t rova i n una situazione tale da non

ammettere altra scelta se non quella del suo rovesciamento. Se quindi

il bianco sceglie la lotta, lo fa a partire da quegli stessi valori che deve

distruggere, e non a part i re dal la appropriazione d i una violenza d i

cui egl i non è mai stato oggetto: l a sua è una pseudo-scelta. « Tut t i

i bianchi progressisti che io conosco sono abbastanza ricchi da permet-

terSi d i essere progressisti ». I n un al tro contesto, egl i precisa che l a

differenza fra i negri e i giovani hippies, che con le chitarre, i f iori e la

droga,

escono («

drop out ») dal sistema, è che questi ul t imi hanno pur

sempre la possibilità d i « uscire », così come d i rientrare. I negr i e i

popoli del terzo mondo non hanno scelte, ma proprio per questo motivo

la scelta di questi ul t imi è reale, mentre quella dei bianchi dell'occidente

rimane illusoria.

Se pert, i l razzismo inconscio dei bianchi « liberals » è un problema

ineliminabile, ciò non avviene perchè i l singolo bianco è d i per se

stesso razzista ma perchè tutta la società bianca tende a coincidere con

il razzismo. I l concetto d i razzismo istituzionalizzato (che Carmichael

distingue, come è noto, dal razzismo individuale) ha un suo significato

e una sua pregnanza non i n quanto significa « razzismo organizzato»

o « collettivo », ma in quanto significa l'istituzione repressiva del razzi-

smo in tut ta la società bianca: i l negro viene « ucciso dalla nascita »,

reso stupido, derubato di se stesso, fatto morire lentamente; i l linciaggio

finale o, oggi, i l colpo di pistola del poliziotto non fanno che sancire un

processo di distruzione che ha qualcosa d i globale. I l razzismo ist i tu-

zionalizzato uccide gl i oppressi così come l i divide, « è i n pr imo luogo

una violenza mentale » e, i n quanto « è sempre i l bianco che definisce

le regole del gioco », il• suo fine ultimo è sempre lo sfruttamento.

I l razzismo è dunque un fenomeno culturale che va molto al d i là

della accezione comune del termine. L a pr ima conferenza d i Stokely

Carmichael si apre infatti, i l 18 luglio, con i l problema delle

definizioni

(« who defines whom »): i l problema del le definizioni, del l 'uso del le

parole, è infat t i quello i n cui vengono a essere demistificate non solo

le illusioni riguardanti la pseudo-problematica individuale del razzismo

ma anche le speranze di una rivolta capace di lasciare intat t i i « valori »

della cultura occidentale. « Quando lo schiavo r i f iuta

l e definizioni

dei

suoi padroni comincia a liberarsi » dice Carmichael: però lo schiavo non

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