

che a questo appassionante problema e alle sue implicazioni filosofiche ha dedi-
cato Vittorio Somenzi, e delle ob;ezioni che a Somenzi sono state rivolte i t
occasione del recente Congresso nazionale di filosofia (1), dovrebbe far capire
molto chiaramente, creao, da che parte stia la vera « ingenuità »! Anche k
osservazioni di Massimo Aloisi ( in questo stesso fascicolo) sono illuminanti a
questo riguardo. Esse confermano come l'apporto della cibernetica alla biologia
abbia dato l'ultimo e definitivo colpo al vitalismo. Troppo facilmente Jervis
crede a una scienzamoderna tutta antimaterialistica e ad un materialismo « rele-
gato nelle approssimazioni degli incolti »: ciò può apparire vero soltanto se st
restringe l o sguardo alle scienze fisico-matematiche e si esclude la biologia
Senza dubbio in quella specie di
noli me tangere
che Jervis pronunzia ne.
riguardi della neurofisiologia vi è anche un aspetto positivo, che non va confuso
con la fobia antimaterialistica tradizionale. Jervis ha ragione di ribellarsi contto
una psicologia e una psichiatria che vantano la loro neutralità politico-sociale
epretendono intanto di imporre come modello oggettivo di normalità psichica
una determinata visione dei rapporti tra gli uomini, ispirata agli interessi e alla
mentalità della classe dominante. I n un troppo stretto legame tra psicologia
ebiologia egli vede il rischio di una spoliticizzazione (cioè, in realtà, di una poli-
ticizzazione truffaldina e reazionaria) della sua disciplina. Ma il modo veramente
efficace di controbattere la psicologia apolitica o reazionaria non è di accettare
il dilemma « scienza politico-sociale o scienza biologica? » e pronunziarsi poi per
laprima
contro la seconda, ma d i studiare sempre più a fondo
alternativa
l'influsso dell'ambiente sullo sviluppo esulla patologia del sistema nervoso,
mettendo in rilievo la grandissima importanza che nella determinazione del-
l'« ambiente» hanno i rapporti di classe. Ma i l riconoscimento di questa realtà
non toglie affatto che la spiegazione del processo conoscitivo in quanto tale sia
di pertinenza della neurofisiologia, perchè quello che sente e pensa, che prende
conoscenza della realtà esterna e reagisce ad essa, non è un mitico spirito
enemmeno un non meglio recisato « essere sociale », ma è i l cervello. Alti:-
menti, ragionando come pale, che tenda a ragionare Jervis, potremmo anche
negare che sia di pertinenza del fisiologo lo studio della digestione, adducendo
l'ineccepibile argomento che ciò che l'uomo digerisce dipende dalla produzione
agricola e dalla sua distribuzione, da determinate tecniche di preparazione dei
cibi, dalla preferenza (anchtessa tutt'altro che immediatamente « naturale »)
che si dà a certi cibi piuttosto che a certi altri, e cosi via: da un determinato
ambiente sociale, quindi, e da determinati rapporti di produzione. Applicando
analoghi ragionamenti a tutte te altre funzioni dell'organismo umano, potrem-
mo addirittura dimostrare che ia fisiologia umana non esiste, o che è un'inven-
zione reazionaria. E al termine di questa brillante operazione culturale non
avremmo politicizzato l a scienza, ma spiritualizzato e reso utopistico i ]
socialismo.
(1) Vedi la relazione di Somenzi, con le obiezioni e le repliche, in
L'uomo
e
la macchina,
At t i
del XXI Congresso naz. d i filosofia, I , Torino 1967, pp. 51 sgg., 122 sgg. Tra i numerosi
lavori dedicati da Somenzi a questo argomento, vedi in particolare
Dalla materia inerte alla
materia vivente e pensante, in « De homine » 15-16 (1965), p. 143 sgg.; Forma, informazione
e vita, i n « Archivio d i filosofia » 1967, p. 31 sgg.; Materialismo e cibernetica, in «Nuovi
argomenti » luglio-dicembre 1966, p. 253 sgg. (con osservazioni molto interessanti sul « ma-
terialismo volgare » del secondo Ottocento).
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