

scorso rivoluzionario. Credo che questo tipo di obiezione sia fondamentalmente
giusto, ma sarebbe auspicabile un modo di esprimersi e di argomentare meno
ellittico. « Prassi », come « dialettica », è diventato t ra i marxisti un
passe
partout
troppo comodo, un
cliché
consumato sotto cui si annidano non di rado
gli equivoci contro cui Timpanaro ha buon gioco. Lo stesso Marx si è espresso
in forma ellittica nelle
Tesi
su Feuerbach. Ma se riempiamo questa parola di
tutto quello che essa contiene, non ci saranno più equivoci di sorta. Prassi è la
trasformazione della natura ad opera dell'industria (ed ecco i l senso tutt'altro
che idealistico del rimprovero. a Feuerbach d i non concepire l'oggetto come
attività). Prassi è la creazione, ad opera della produzione sociale dell'esistenza
umana, di una dimensione di oggettività che, proprio in quanto prodotta dagli
uomini, può essere da loro modificata. Prassi è l'attività rivoluzionaria. Cosa c'è
di idealistico in tutto questo?
Marzio Vacat ello
Sebastiano Timpanaro
P R A S S I E M A T E R I A L I S M O
Seintervengo di nuovo nella discussione sul materialismo, non è per la
pretesa di trarre conclusioni, ma solo per cercare di precisare alcuni punti, in
vista di una futura ripresa della discussione stessa.
Un punto sul quale i l dissenso è stato quasi unanime è la necessità, da me
affermata (« Q.P. » 28, p. 80), di riconoscere « l'elemento di passività che c'è
nell'esperienza ». Si è creduto di vedere in questa affermazione l'inizio di una
teoria generale dell'impotenza umana, della rassegnazione alla situazione d i
fatto e via dicendo. Ciafaloni ha senz'altro ribattezzato come « passivismo» il
tipo di materialismo da me difeso. In realtà io non solo non ho enunciato alcuna
teoria di questo genere, ma non ho per nulla detto che la conoscenza è
passività.
Ho soltanto detto che c'è nella conoscenza — e ;ià nella sua forma più elemen-
tare, l a sensazione — un elemento d i passività irriducibile all'attività del
soggetto, cioè uno stimolo proveniente dall'esterno, che è appunto i l « dato ».
II prociesso conoscitivo non .è certo mera recezione passiva del dato: è, come tutti
sanno, elaborazione del dato ed è ricerca di determinati oggetti di esperienza,
sotto l'impulso di bisogni e interessi del soggetto. Perchè, allora, insistere sul-
l'elemento di passività? Per i l fatto che gran parte della filosofia moderna
(comprese alcune forme di marxismo) è caratterizzata da un determinato
uso
•
ideologico della gnoseologia,
tendente a fondare, attraverso l a vanificazione
della realtà esterna, una illusoria e mistificata libertà umana e ad eludere, quindi,
il problema dell'effettiva liberazione dell'uomo. E ' per respingere questo uso
ideologico che occorre ribadire che i l « lato attivo » dell'esperienza è, appunto,
solo un lato e non l'intero processo. Occorre inoltre ricordare che lo stesso « lato
attivo » non è un principio incondizionato, ma dev'essere a sua volta spiegato