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è
la
grande opera della sua vita, e rinnegarla sareb–
be rjnucgarc le sue capacità di uomo.
L·azioni sta, indifferent e e
inco1up ctente,
delega i suoi
poteri al consiglio d'ammini strazione, destinato a ricostruire
Ja
Pcomparsa figura del soJ;tario capitalista. Qualche volta
la
scelta
è
felice e l'azienda pro spera. Ma
è
l'eccezione. Il
consiglio
è
in realtà costituito da incompet enti quasi come
il solitario azionista. Esso
è
scelto non dai vivi e operanti fat•
Lori dell'azienda, e neppure da disper si azionisti, ma da grup •
pi ban cari, spinti da interessi più complessi e spesso addirit–
tura contrastanti
a quelli dell'impresa.
Gli
nomini singoli
componenti il consiglio vi pervengono per lo più per la loro
personal e ricchezza acquistata
in
altre attività, con altre tra–
dizioni. La moderna impresa, formidabile
costruzione col–
lettil-i sta e gerarchica, resa pos sibile dalla concentrazione di
ricchezza dovuta all'istituto azionario, reso ne cessar io dalla
complessità degli attuali mezzi di produzion e, di tra sporto e
di di stribuzion e,
è
ormai in contrasto con il sistema che l'ha
generata ; in essa i titol ari sono irre spon sabili e incompe •
tenti , ment.-e gli altri ne sono socialmente estranei.
i\Ia a que sta contraddizione,
che potr emo dir e spiritua–
le e moral e, la cui importanza an che prettamente economica
è
enorme, ne aggiunge un'altra, strettamente economica, por–
tando entrambe l'economia attuale dallo stato di crisi per –
manente in cui viviamo.
Ogni intrapr esa in stato normale produce un utile a co–
loro che vi partecipano. Quest'utile va in part e ai lavoratori,
in part e nl capitale, sia esso individuale o azionario.
Oggi la produzione in serie, di tanti oggetti sin1ili,
è
vol–
ta a ,ma ma ssa di consumatori, dai quali proviene il denaro
costituente l'utile da ripartire. Ma que sta ma ssa di clienti
esor bita da una classe, deve essere scelta in tutti i ceti e
non può quindi essere costituita che da gli stessi produttori.
agenti economicamente sotto un'altra funzion e. La rivoluzio–
ne tecnico economica ha così realizzato la vera democrazia
economica ; in essa tutti producono e tutti sono
1·icercati
co–
me consumatori. L'unificazione delle du e cla ssi costituisce lo
sfondo su cui deve inevitabilmente
agire la moderna eco–
nomia.
Ebbene, nella ripartizione
degli utili di un'azi enda vi–
ge oggi
il
criterio della forza politica, criterio arbitrario e
antieconomico, che porta alle tragiche conseguenze attuali.
Di fatto, se pr eval e. come
è
ancora il caso più frequent e, il
capitale, ne na scono degli investimenti nuovi inutili , perchè