

acn la
intelligenza,
si
lasciava prendere all'amo della nuo\"a paroJa,
e
scriveva :
«
Anche se le corporazioni non esistono rincora ,
Ja
costi–
tuzione del Mini stero ~lelle Corporazioni è un gesto che dim ostra l'in–
tenz ion e del fascismo di sviluppar si in quella direzione
>>.
{I )
Nella primavera del 1930,
il
fascismo stava ancora sviluppando si in
quella direzione. Sorse infatti
il
21
aprile 1930
il
Con siglio nazionale
delle corporazioni .
(2) Il
Con siglio è formato di circa 120 persone di
cui 10 per iti designati dal Mini stero delle Corporazioni,
fre membri
designa ti dal segretario del partito, uno dal l\1inistero degli esteri,
e
gli alLri designati dai direttorì delle tredici conrederazioni . (3) I de–
legati dell e confederazioni devono essere ratifi cati dal capo del gover–
no. Que st'ultimo è autorizzato a mo~ificare
la
composizione del Con–
siglio. Egli
ha
pure sempre la facoltà di variare l'ordin e della di–
iicussione. Nessun documento o memoriale può essere fatto circo lar e
Cra
i
membri del Consiglio, se
il
capo del governo non ne ha prima au–
torizzata
la
comunicazion e, e
il
Consiglio non può tener con to di
documenti e memoriali che gli intere ssati facciano pervenir e per altra
via.
Il pr esidente decide se le votazioni debbono avvenir e col me–
todo del voto individuale, o dividendo
il
Con siglio in Sezioni sepa rate
fra rappr esentanze dei datori di lavoro e rappre sentanze Pei Ja,-oratori,
o ad alzata di mano , o per appello nominale, o per divi sion e, o a scru–
tinio segre to. Le deliberazioni sono sempre pre se su un testo comp ilato
da un comitato di redazione nominato volta per volta ~al pre sidente.
Se le opinioni del Consiglio non sono gradite al capo del go,·erno,
questi si astien e dall'aPottarle,
e può anche vietare che sfano pubbli–
cate . Se le chiacchiere del Consiglio lo infastidiscono,
il
capo del go–
verno può non convocarlo, e cionon stante ossen•a la legge, perch è se•
<:ondo qu esta
è
il capo del governo che decide se e quando
il
Con•
fìiglio debba essere convocato.
Nelle discu ssioni che precedettero
il
sorgere di que sta istituzione,
quei fascisti che aspettano sempre l'avvento dello
«
Stato corpora•
tivo
»
domandarono che al nuovo Con siglio fosse conferita la facoltà
non solo di dare pareri, ma anche di formulare regole di valore legisla–
tivo sulle que stioni economiche. Gli industriali, i proprietari di terre,
i
banchieri si impressionarono,
e furono tranquilli solo quando
«
la
pre sidenza del Con siglio fu affidata al capo del governo, e
il
propo sto
regolamento poteva sempre essere eliminato dal capo del go,·erno, col
,uo rifiuto di pubblicarlo nella
Gazzetta Ufficiale
».
(4)
(1) Harder,
Capital and Labor uruler Fascism.,
pp. 96, 143, 145.
(2) Legge 20 Marzo 1930 e regolamento del 12 maggio 1930 e
dell'ottobre 1932.
(Corriere della Sera,
6 ottobre 1932).
(3)
Corriere delle Sera,
20 luglio 1933.
(4)
Times,
9 gennaio 1933. In una conferenza tenuta
il
12 luglio
1933 alla Scuola int er nazionale di espansione commerciale, in Roma,
il
Sotto segretario del Ministero delle Corporazioni,
Biagi , ebb e l'audacia
di affermare che
«
il
Con siglio nazional e delle Corpora zioni , ril e–
vando come per sua pot està normativa nel campo dei rap por ti econo–
mici, si differ enzi nettam ente da tutti i consigli economi ci e~istenti
negli altri pae si, i quali altro non sono che semplici organi consultivi
delle pubblich e ammini strazioni pre sso cui sono costituiti
>>.
Fin ita
fo
con ferenza , un profe ssore svizzero, Dr. Fenigstein di Zuri go, a no–
me di tutti
i
congre ssisti stranieri
«
ringraziò vivamente
il
Biagi per
la
chiarezza con la quale aveva saputo illu strare le grand i realizza zioni
-
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