

solini stabiliva la sup eriori tà dell o
<
Stato corporativo » sullo
«
Stat0a
democratico
»
in que sto modo :
«
Le demo crazie sono ro se da una ter –
ribile malattia, dall'a ssenza di mutua compr ension e. Da
una
part e sta
il
capita li smo, trincerato dietro la sua torre merlata ; dall'altra sia
il
Ja..
voro or ganizzato e arm ato dalla doppia forza del sociali smo e del sin–
da calismo, schi erato nella pianura e sempr e pronto a dare l'a ssalto alla
torre dominant e. Tra i du e campi , sotto
una
frag ile, fu til e tenda, sta
lo
stato bor ghese eternam ent e delib erante , ri cevente co]p i dai du e 1ati,.
e mai capa ce cli esercitar e neppure la parte cleH'arbitro disinteressat o.
Quanto a me, faccio di scend ere tutti al piano e proclamo (con la mi a
milizia alla destra e miei giudici alla mia sjni stra ) che d'ora in poi
capital e
e
lavoro debbouo avere eguali di ritti
e
doveri,
come fratelli nel~
1a
famiglia fascista. Lo Stato
è
la
p iù alta espre ssione di tutt i gli ele–
menti attivi della nazion e. Esso giudi ca
e
compone le controver sie. La.
Ma gistratura del Lavoro
è
stata costit uita a qu esto scopo con diritto di
app ello. (I ) I conflitti social i son o giud icati com e
i
conflitti privat i.
Giu stizia egual e per tutti nel campo del lavoro
!
Non più scio11eri,
non più odii
!
»
Sapete quale fu
il
tragico errore
del lib erali smo
?
Ve lo spieg a
Bottai. Esso
«
ammi se le cla ssi lavoratrici
al diritto politico senza as–
sicurare lor o la parità di contratto , l'egua glianza cioè del diritto civi –
le ».
(2) E'
stato, evid entement e, per mettere fine a que sto
tragico
errore,
che la diuatura fascista ha soppre sso i diritti politici in Italia ;
così direbbe una per sona che cono scesse
il
reale funzionamento
giorm::.–
li ero della dittatura. :àfa quella persona avrebbe torto.
Il
sotto segretar io
alle Corporazioni,
Biagi , parlando
al B.
I.
T.
cli
Ginevra
il 24
giugn o
1933 ha affermato che :
«
La parità di diritti del lavoro non
è
soltan to
un'affermazione
di alt o valore morale , sociale e politico, ma è una co–
stante pratica del regime fascista. L'Italia ha attuato per prima nel mo n–
do un sistema sindacal e e corporativo che ha po sto sul terreno della
parità capital e e 1avoro ».
(3)
Se uno si ferm a a qu este parol e, non pu ò che essere pre so dal più
sfrenato entu siasmo per lo
«
Stato corporat ivo
>
che assicura la frater•
nità e l' egu aglianza d i diritto fra capital e e lavoro. Disgrazia tamente
qu esta non è una realtà , ma un
bluff
quale neancl1 e l'immortale
Bar–
num1
«
l'im1Jerntore dell e fandonie », riu scì mai acl immagi nar e. La
stessa conclu sion e si ra ggiung e quando si osserva l'affa ccendar si quoti–
diano del sistema fascista in torno alla
<(
Carta del Lav or o >>che
è
l'in–
seg na inalterat a
della
na ve dello
<(
Stato corporati vo ». Quel do cum ento,
promulgato il
21
apri le 1927, in una solenn e sed uta del Gran Con sigli o
fascista,
è
pr esen tato come la
«
Di chiarazion e dei diritti e dei doveri
del produttore » che ridurrà all 'oblio Ja
«
Dichiarazione
dei diritti del–
l'uomo e a el cittad ino
n
de11a Rivoluzione
francese. La dichiarazione
fascista non è altro,
in
realtà, che u na collezione astratta di formale le
quali o non hanno nessun signifi cato giu ridico, o po ssono esse re inter–
pretate e applicate
in
mille div erse maniere, o sono smentit e dal
fun–
zionamento giorna 1iero delle istituzioni fasciste. Per esemp io,
il
para–
grafo
II
del1a Carta del Lavoro afferma che
il
«
la voro
è
un dovere to–
ciale
» ;
ma nessuna legge fascista ha obbligato finora le pdncipe sse
romane a guadagnar si la vita altrimen ti che giocando al
«
bridge » e
(I )
Parlando
così al gior nali sta francese il dittatore
dimenti cava
che l'a rt. 1.6 della legge 3 ap ril e 1926 dichiara espre ssamente inap–
pellabili le deci sioni della Magi stratur a del Lavoro .
(2)
Lo Stato corporativo,
in Sillani
1
What is Fascism
a1Jd
why?
(3)
Corriere della Sera,
25
giugno
1933.
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