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SILO NE:

Fontu mura.

Nuov e Ediz . It alian e Zurigo -Pari gi. Pr ezzo:

fr.

7,50..

Fontamara

è

un be1lo e dolor oso libr o jt al ian o di cui raccomandi amo

vivam ente

Ja

lettura a tutti gli antifa scistj e a <ruan ti in un'opera d'a rte

cercano un rifle sso di umanit à.

In

uno stile volutam en te contenut o, con una pa catezza che ha del

referto e che serve acl accr esce re l'inten sità del racconto , si

fa

la

stoda

mi serab ile

di

un povero pae se

cli

cafoni abruzz esi, in faccia al pro sciugato–

F ucino, negli anni della dominazione , della

«

rivolu_zione

»

fas~ista.

Non grandi epi sodi, non intr ecc i comple s~i.

Il

prot ago msta del

libro non è nè un uom o, nè una famiglia , nè un pae se.

E'

una ca–

tegor ia social e ;

il

cafo ne.

E'

un o stato sociaJ e : la Mi seria,

1a

mi–

seria grand e e mill enaria dei contadini meridi onali che

il

fascismo

ha ribadita , accentu ala, resa anc he più opprimente

con le sue sagre ~

le sue orga nizzaz ioni ,

il

suo fiscali smo usurai o.

Gli in cide nti che dan no lo spunto al racconto sono qua si banali -

banali , intendiamoci , nel senso che essi formano da tempo im mem o–

rnbil e

la

cronaca di tutt a

la

vita meridionale.

Un ru scello che irriga le terri cciuole dei cafo ni di Fo ntamar a

vi e–

ne,

a

mezz o di un raggiro perp etr ato

<la

un pezzo grosso della mi–

lizia, de viato a favore dell e terre

di

un impr enditore for estiero che

in br eve tempo

è

diven tato pod està e fascista autorevole

del capo–

luogo.

Fontamara

vuol e ribellar si, ma

la

sua ribellione

viene anch'e ssa

come

il

ru scello, deviata e soffocata ; e quan do finalm ente proromp e

è

la

repr essione feroce che rin sal~a

il

giogo

ed

elimina

i

pochi

ele–

menti combatt ivi del pae se.

In

<1ucsta 1otta di seguale l' au tore disegna fe]icement e alcun i tipi

umani (Berardo , Don Circostanza, Innoce nzo deUa Legge, Bepp ino

Goriano ); ma non dir ei che stia qui

il

suo dono emin ente di scrittore o

la sua preoccnpaz ion e esse nziale. Silon e, che sollo lo pseud onimo di Tran –

quilli

fu per molti anni uno dei dirigenti

il

Partito Comuni sta Ila –

liano, ser ba l'impronta

della

forma mentis

marxi sta e si ispira pro–

babilm ente alla tecnica della

più

rece nte letteratura ru ssa. La sua sto–

ria

è

storia soc iale ,

di

clas si e di catego rie ; non anali si psicolog ica .

Il

caso &ingoio non conta o conta per que l tanto che in cide ncUa vita

coll etti va. Pe r qu esti ed altri tratti

il

suo libro assum e

1.111

cara ltere

qua si simboli stico che si accentua nell 'ullim o capitolo dove vediamo

i

cafoni , arriv ati confusamen te all'azione poli tica, redigere

un

giorna–

letto intit olato :

«

Che cosa dobbia mo fare » che ri cord a

il

titol o d i

uno scritto famo so cli Lenin.

Sifone potrebbe

d'alt rond e a ragione ossen ,are che là dove

1a

vita

è

ridotta a pur a vege tazione

la

storia non può farsi in profondità ,

ma in estension e ; giacchè anch e nel singolo

è

molto più imp ortanl e

il

mom ento collett ivo,

il

peso

della

tradiz ione, dell 'ambi ente, della

necess ità social e del mome nto indi vidual e e della forz a della persona•

lità .

Alcuni epi sod i restano indim enti cabili e servono , meglio di mol•

te req uisitorie , a svelare il mec cani smo intimo delJa dittatura fascista.

Ricordiam o in parti colare

la

scena del ban chetto al pod està, dov e la

gozzoviglia oscena dei papaveri lo cali

fa

turp e contra sto con l'an siosa

atte sa dei cafo ni di sperati per

Ja

scompar sa deli 'ac<1ua. La serva del–

l'impr enditor e descr ive compia cent emente ai cafoni la teoria dell e vi–

vand e ri corren do a diminutivi

-

<<

lei dic eva : cipolline , sugbetto ,

fm1ghini , patatin e, odoruc cio, saporuccio ...

» -

diminutivi

che im •

-100-