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DE SANCrIS

43

• Si,

~

mia, ma, ripeto, ero

ubriaco •·

• Ubri:ico o no, ne hai goduto

i

vantaggi anche dopo• disse

lo sconosciuto.

• Non mi sono mai sentito legato al contratto •·

11

Sono cose che

11011

mi riguardano -

replicò l'uomo la•

sciando finalmente la sua posizione e rimettendosi

in tasca il

foglio dopo averlo ripiegato con un abi le colpo nell'aria. Poi,

animato da una vivacità improvv isa strinse ancora più forte il

braccio di lknedetto

e fece per avviarsi:

• in ogpi modo

il

Capo

ti

vuol vedere,

ed è

già troppo tardi •·

L'infermiere

tirò

il suo protetto per l'altro braccio,

poi

sbarrò

il passo aJl'intruso : • Senta , noi non siamo qui

per

divertirci ; un lungo viaggio ci aspetta , un viaggio important e.

E il

signore non può

dare ascolto a questi scherzi. Siete col–

leghi di accademia, vero? si spiegh i e ci lasci andare •·

La scossa che gli dette l'altro per

poco

non fece gridare

Benedetto. Quel1a voce, già sgraziata, era divenuta un ringhio:

• Se hai da fare, colombino mio bianco (par lava all'infermiere)

puoi pure prendere il volo.

Lo

sai che con la pancia pesante di

piombo si vola male? (Una mano era corsa alla tasca posteriore.

dei pantaloni). E tu, bclle-aa (stavolta parlava al pittore.), sgam–

betta pit\ allegro e accompagnami al taxi •·

Benedetto si fece coraggio. • Si potrebbe andare in un bar

a parlare, non star qui sul portone. •· Ciò che gli premeva di pit\

era evitare lo scandalo proprio sulla soglia di casa. Notò però

con meraviglia che la strada e eia piazza attigua, di solito cosl

animate, erano affattò deserte. Non c'era nemmeno l'uomo dei

gelati nell'angolo, né

i

soliti ragazz i lustrascarpe. Era come se

ci fosse il coprifuoco.

Le

str3de non erano percorse che da.Ha

loro stessa geometria.

Le

case se ne stavano nitide e sbilenche,

deformate dagli invisibi li gabbioni della prosPfttiva.

• Credo di aver capito • disse l'infermiere e portò la mano

al taschino del grembiu le. Vedendo brillare qualcosa di metal–

lico, Benedetto fece la smorfia che si

fa

quando si attende una

esplosione . • Ci siamo • si disse, e ancor prima che lo potes~

pensare si era già augurato che i due fossero buoni tiratori.

Invece dell'esplos ione vi fu un lungo fischio trillante:

l'in–

fermiere si era portato alle labbra un fischietto e soffi.avagon•