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E allora che t'importa
se lo ammazzano?
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le d1iesc
la ragazza ebrea .
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Gli ho voluto bene.
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Glie ne vuoi ancora? .
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Non so. Ma sono sicura che un giorno o l'alt ro lui
faceva prende re in trappola anche me. Eppure
credo che mi
volesse bene,
forse ntc ne vuole ancora. Chi lo sa? Ma lui
per
i
tedeschi avrebbe fatto ta spia a suo padre.
-- Le armi sono ancora nella cisterna ? -
domandò • Maz–
zini•
·
-
No. Le abbiamo port ate su ai Gra nar i -
dis:-e Pin:1.
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Avete fatto bene. Domani, quando troverann o lui am-
maz1.ato,
i
tedeschi verranno qui. L'avete avvisa ta la vecchia?
-
La nonna non sa niente di niente. Neanche delle armi
sa niente.
Se
non sa nien te, sta
più
tranquilla.
E che possono
fare a lei?
-E
tu?
-
Io resto qui. Non ho paura. Se scappo,
è
peggio; allora
sì rhc sospettano.
-
Sono quasi
le dieci -
disse • Mazzini •. -
For se :i
quest'ora
lo hanno :immaZT.ato.
Io
li aspetto qui per sentire,
JX)i
vado.
Sarà
un brutt o andare, con questa pioggia.
&,
sapevo
che le anni
erano gi~ ai Granari, non mi fermavo neanc he.
Di prima sera non pio\'eva, Ma
è
meglio così; almen o sento
come
è
andata con Serg io, posso avvisare quelli
lassù.
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Questa
è
la carta di identità per voi. Questo
è
il c-er-
tificato che siete mutil ato -
disse la ragazza ebrea.
-
Come mi chiamo adesso?
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Pietro Marc hetti .
-
Bisogna che mc lo ricordi. Pie tro Marchetti . Non ho
la memoria molto buona.
Pr ese dal1a tavola le carte; le guardò a lungo, disse forte :
-
Pietro ~forchetti,
bisogna
ricordarse lo, -
piegò le carte,
lenta mente, se le mise in tasta . Poi domand ò:
-
Come lo ammaz7.ano Se rgio? Gli sparano?
-
Col coltello -
rispose la ragazz:i ebrea.
VITTORIO
G. Rossi