

DE ,INGE
I.IS51
Thoma s
fu
in un nembo di fumo dolciastro ed oleoso che toc–
cava lo stomaco come un flusso violento.
-
Che buon odore -
fece la bimba all'ospite. - Mangi
da Michelina? Fagioli con le cotiche -
e si leccò le labbra,
accennand o con il mestolo a una grossa pignatta che borbot–
tava accauto al suo calderone. Altri paioli e caldaie e padelle
bollivano e friggevano
in coro, allineate : il calore era tanto
che dava alla testa; per fortuna la finestra era socchiusa, e un
vetro rotto, rabberciato
con un carto ne giallastro, faceva pas–
sare uno spiffero d'aria gelida che temperava grnde\'olme ntc
l'ambiente.
-
Vuoi una siga retta ? -
disse T homas alla bimba.
-
Una caldarrosta , vuoi dire?
-
Pcrchè, non fumi ?
-
A dieci anni, si fuma? Mettiti
seduto, ora Michelina
ritorna.
-
Che ne sai tu? -
tagliò corto il giovane .
-
Si
fa
bella e torna.
-
Pettegola.
-
Ti sei offeso?
-
Nat uralmente.
-
Di dove sci?
-
Di Orvieto -
si rirordò di rispondere. Poi aggiun~
:
-
Tut to il caseggi ato
fa
da mangiare
in questa cucina?
-
Oh no: soltanto il nostro piano. Per l'u so della cucina
paghiamo venti lire al mese. Fortunata Michelina che ha
b.
casa calda giorno
<;
sera !
Ma mettiti
seduto.
Se
vengono
le–
altr e donne, sarai d'impic cio.
Una giovane discinta, dal volto paffuto e le labbra esage–
ratament e tru ccate, accorse a un sospetto di bruciaticcio, ar–
mata di un corto tr idente; scostò il giovane col gomito, senu
guardarlo, irritandosi
con la raga Z?..ache si era scordata di
badare alla sua padc!la.
-
E chi è? -
domandò ridendo, appe na fru gacchia to nella
padella.
-
Un amico di Michelin:i. Questa
è
mia :da Marcella -–
present(\ la ragazza.