

costringere i pubblici poteri a provvedere e a porre un termine alla
nostra precaria situazione, tutti i produttori devono unirsi ed adot–
tare la medesima tattica, l'identico sistema di combattere
»
e che
«
soltanto colla unione internazionale si può ottenere quel migliora–
mento morale ed economico per cui militano da lungo tempo tante
associazioni operaie
»
95 •
I temi dibattuti nel Congresso internazionale di Parigi erano
quelli stessi già ampiamente dibattuti dai tipografi milanesi (e ciò
prova la vitalità della Sede), quali ad esempio la diminuzione del–
l'orario di lavoro (si chiedevano le otto ore) e la regolamentazione
del lavoro minorile; ma l'elemento veramente nuovo che caratterizzò
le decisioni del Congresso
fu
la costituzione di un organismo perma–
nente (il Segretariato internazionale) con il compito istituzionale di
tenere stretti legami fra tutte le organizzazioni sia nazionali che peri–
feriche.
Fu proprio in nome delle rivendicazioni avanzate in sede inter–
nazionale e in nome di un ormai indilazionabile aumento salariale
che gli operai tipografi, compositori e impressori, iniziarono com–
patti la nuova grande lotta del 1892.
In
verità, sin dal 21 gennaio
1891 l'assemblea della Sezione compositori aveva affermato la neces–
sità di apportare emendamenti alla tariffa del 1880, eleggendo seduta
stante una Commissione per la revisione della tariffa. Il Comitato
Direttivo , da parte sua, per preparare la massa alle probabili agi–
tazioni, convocava i soci delle tipografie in cui si registravano infra–
zioni o.Iletariffe e curava soprattutto la sensibilizzazione anche dei
colleghi della provincia:
fu
in vista appunto di una mobilitazione
generale che vennero riattivate le Sezioni di Lodi, Codogno, Crema
e Monza
96 •
Si giunse cosl all'assemblea del 9 e 16 ottobre 1892, in cui Com–
positori e Impressori approvarono le nuove tariffe da presentare ai
proprietari e proclamarono lo sciopero per imporre l'accettazione
della tariffa stessa. Il 28 dello stesso mese la Sezione compositori
diramava una circolare in cui annunciava lo sciopero generale della
categoria, spiegava le ragioni dell'agitazione e rivolgeva infine a tutti
i lavoratori un caldo appello alla solidarietà.,,_Contemporaneamente
una Commissione arbitrale mista di operai e di proprietari, presie–
duta, come già nel 1880, dal notaio Stefano Allocchio, trasmetteva
a~ proprietari tipografi le tariffe concordate che avrebbero dovuto
aver decorso dal 7 novembre di quello stesso anno
98
•
Non tutti i
proprietari, naturalmente , aderirono subito alle proposte della Com–
missione, di modo che molti tipografi, fra i quali i dipendenti delle
tipografie Treves, Vallardi, Zanaboni, Oliani, Lindow, Binetti, Bo–
netti, Tommasi e Balzaretti, ripresero immediatamente lo sciopero.
Dopo otto giorni di nuova lotta tutti i proprietari avevano firmato la
tariffa, salvo due, Ricordi e Vallardi: il primo, anziché accettare le
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Biblioteca Gino Bianco