Table of Contents Table of Contents
Previous Page  71 / 460 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 71 / 460 Next Page
Page Background

e non soci, nelle quali, dopo aver constatato le misere condizioni della

categoria e discusso i possibili rimedi, si riaffermarono solennemente

i prindpi della resistenza. Gli effetti di questa capillare e rapida

mobilitazione furono immediati: dai 78 associati del 1884 si passò

infatti ai 118 del 1885

89 .

Il 1885 fu l'anno della ripresa della lotta rivendicativa azienda

per azienda.

La

lott a aperta, dunque, quella lotta ormai teorizzata

come strumento normale di azione (siamo lontani dal giorno

in

cui

si affermava di aborrire lo sciopero)

90

riprese più violenta e più ac–

canita di prima, soprattutto laddove più forte era la resistenza padro–

nale. Fu questo il caso della tipografia Vallardi, dove 18 compositori

abbandonarono il lavoro per protestare contro l'assunzione delle don–

ne in qualità di compositrici. I compositori non poterono contare

sulla partecipazione attiva degli impressori (su 11 operai, solo 2

erano iscritti all'associazione) e lo sciopero falll perché Cecilio Val–

lardi, l'allora proprietario, dopo aver minacciato la chiusura dello

stabilimento, assunse al posto degli scioperanti altrettante donne.

Lo

sciopero ebbe tuttavia il merito di rompere la tregua che di fatto

si era stabilita da alcuni anni e di dimostrare che il rispetto della

tariffa poteva essere imposto con armi più potenti che la semplice

denuncia verbale. L'esempio degli operai di Vallardi venne infatti

seguito da altri scioperi in altre tipografie quali, ad esempio, Minacca,

Gattinoni, Agnelli e Bortolotti; e tutte le vertenze, tranne quelle di

Bortolotti, si risolsero con esito favorevole per gli operai

91

M3

la clamorosa dimostrazione dell'ormai elevato potenziale di

lotta acquisito dai tipografi milanesi doveva venire nel 1888: l'anno

della grande lotta e della grande vittoria degli impressori. Gli impres–

sori, oramai decisamente ripresisi dalla

«

letargica crisi

»

degli anni

precedenti, pur trovando il Comitato Centrale dell'Associazione e

il

Comitato Direttivo della Sezione milanese dei compositori piuttosto

scettici circa la possibilità di successo di una eventuale agitazione

della categoria, si riunirono in assemblea generale il 16 dicembre 1888

e posero i proprietari di fronte all'alternativa:

«

o mettere in attua–

zione !a tariffa o diserzionare in massa dalle tipografie»

92

La lotta,

per il tiepido appoggio dell'Associazione generale, e quindi per l'iso–

lamento della categoria, si presentava estremamente difficile, ma gli

impressori seppero reagire con insospettata energia sopperendo con

una forte autotassazione ( lOo/o dello stipendio) alla mancanza di

fondi. Il forte spirito unitario e l'estrema decisione della categoria

fecero sl che all'indomani dell'aut-aut degli operai,

cioè

il 17 di–

cembre, molti proprietari avessero già firmato la tariffa.

La firma della tariffa, come sempre, non rappresentava certo la

fine della lotta : bisognava infatti piegare la resistenza degli ostinati

61

Biblioteca Gino Bianco