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zione ad organismi direttivi di questo

74

;

in secondo luogo, nel

fatto che due operai tipografi , il compositore Vincenzo Corneo e il

fonditore di caratteri Antonio Maffi, si presentarono candidati

per

il Partito Operaio alle elezioni politiche dell'ottobre 1882 nella cir–

coscrizione di Milano. Quest'ultima circostanza assumeva poi parti–

colare importanza, poiché dimostrava che gli operai, o almeno una

notevole parte di essi, si erano definitivamente convinti che nes–

suno dei partiti sino ad allora esistenti si era adoperato in loro fa–

vore, di modo che era ormai necessario cercare i propri rappresen–

tanti all'interno stesso della classe. Si trattava dunque di una svolta

radicale rispetto al passato, si trattava del rifiuto di delegare ad

altri la rappresentanza operaia, di denunciare in particolare

«

l'intero

partito liberale in faècia all'opinione pubblica, lasciando intravedere

che per nulla s'intrometteranno nelle cose nostre toccando all'operaio

stesso

il

riabilitarsi»

75

Un ulteriore segno di questo nuovo atteggiamento verso la

po

litica di molti tipografi milanesi si ritrova, all'indomani delle ele–

zioni, nell'appello rivolto al neo-deputato Maffi:

Siamo certi - scriveva infatti

<-c

La Tipografia Milanese

» -

che esso alla

camera farà risuonare quella parola in favore della classe lavoratrice che

finora nessuno seppe far udire che sbiadita, perché mancante

di

quella espe–

rienza pratica, che sola può suggerirla; ed

è

a lui che rivolgiamo

i

nostri

voti e rivolgeremo le nostre povere parole;

è

a lui, siam certi, che ricorrerà

l'Associazione nostra

in

molte emergenze che presto le si presenteranno, fidante

di

non rimanere inascoltata o negletta

76_

Nonostante la presa di coscienza circa la inscindibilità della ri–

vendicazione economica dalla lotta politica si facesse strada nell'As–

sociazione milanese, il discorso non era ancora maturo per essere

accolto in sede nazionale: al III Congresso tipografico, infatti, te–

nutosi a Napoli nell'ottobre 1882, la proposta di modificare l'art. 56

dello Statuto venne decisamente respinta. Mo)ti altri furono i temi

dibattuti a questo congresso, ma nessuno del peso e dell'importanza

della tanto dibattuta questione politica che, nonostante la decisione

finale negativa, costitul (e ciò era già assai significativo per rendersi

conto del mutato clima) il vero tema centrale di tutto il congresso.

E dell'importan za della

«

questione politica », del resto, l'Associa–

zione doveva rendersi ben conto l'anno seguente, nel 1883, quando

il

progetto di legge del ministro Berti sul riconoscimento giuridico

delle Società operaie e sugli scioperi la costrinse ad una pronta e

generale mobilitazione.

«

I progetti delle nuove leggi sociali - an–

nunciava

«

La Tipografia Milanese

,,n

-

hanno messo in agitazione

le classi operaie, e questa volta per davvero la grande questione

sociale campeggia su tutte le altre di differente natura

».

Era ben

chiaro infatti questa volta all'fi\ssociazione che le leggi Berti erano

«

una vera mistificazione»

78

,

poiché ledevano

«

la libertà degli operai

58

Biblioteca Gino Bianco