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La costituzione del Partito dei Lavoratori e la sua immediata

influenza tra i tipografi milanesi ebbe anche ripercussioni nell'orga–

nizzazione della categoria. Poco dopo la costituzione del Partito

venne infatti creata, per iniziativa dei tipografi socialisti, una nuova

associazione di operai tipografi: l'Unione Tipografica Socialista,

il

cui organo ufficialeera il mensile

«

Avanti ! »

111

La nuova Associazione nasceva da una duplice esigenza. Essa

voleva, innanzitutto, rappresentare una pronta risposta operaia al

tentativo da parte padronale di rompere la solidarietà degli operai,

con la creazione di un ufficio di collocamento

112;

voleva inoltre essere

la concreta espressione della consapevolezza della necessità della sop–

pressione del capitalismo per liberare le forze operaie "'.

L'Unione Tipografica Socialista, peraltro, non voleva porsi in

concorrenza con le precedenti organizzazioni e in particolare con

l'Associazione dei Tipografi Italiani , ma intendeva rappresentare

l'avanguardia politica dell'Associazione e lo strumento di collega–

mento tra Associazione sindacale e Partito. La nuova associazione era

organicamente iscritta al Partito dei Lavoratori italiani, ma ogni

socio dell'Unione doveva essere nel contempo anche iscritto in una

delle Sedi dell'Associazione Tipografica italiana,

«

dimostrando cosl

d'accettare il principio delle rivendicazioni immediate per tutto

quanto possa apportare di utile questo mezzo di lotta »

114

La

nascita dell'Unione Tipografica non determinò uno sposta–

mento dell'intera linea politica della Sede milanese dell'Associazione

degli operai tipografi, ma suscitò anzi notevoli polemiche; resta pur

vero tuttavia che l'Unione ebbe un'inf luenza decisiva sulla vita

futura dell'Associazione, contribuendo a determinare quei muta–

menti e politici e organizzativi che alla lunga fecero venir meno le

ragioni stesse dell'esistenza dell'Unione come organizzazione au–

tonoma .

Il V Congresso tipografico, infatti, iniziatosi a Firenze 1'8 set–

tembre 1893, se da un lato respingeva ancora la proposta di ade–

sione al Partito dei Lavoratori, d'altra parte decideva di trasformare,

su proposta della Sede milanese, l'Associazione Italiana dei tipografi

nella

«

Federazione Italiana dei Lavoratori del Libro», accogliendo

cosl le istanze unitarie propugnate dall'avanguardia socialista. Questa

decisione assumeva notevole importanza: infatti, se da un lato si

respingeva

il

tentativo di rendere l'associazione un organismo

«

uffi–

cialmente » politico, dall'altra veniva di fatto accettato il principio

di un'Associazione non più ristretta ad una sola categoria, quella dei

compositori e degli impressori, ma aperta a tutti gli operai comun–

que impiegati nell'industria tipografica (stereotipisti, fonditori di

caratteri, legatori ecc.).

Tale apertura ad un tempo politica e organizzativa veniva poi

sancita nello statuto fondamentale della Federazione, discusso ed

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