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a tutto favore dei principali

»

e miravano, con le disposizioni sugli

scioperi

«

ad annientare le Società cosl dette di resistenza

»,

e che

quindi era più che mai urgente reagire contro

«

il

reazionario pro–

getto»

79

Proprio per reagire nel modo più efficace, ricercando cioè

un'amp!a unità operaia, la Sede milanese, con le sue due sezioni,

fu

uflic1almente presente al comizio unitario

80

tenutosi a Milano al–

l'inizio del 1884 per iniziativa della società operaia

«

I Figli del la–

voro», e al IV Congresso delle Società operaie lombarde, tenutosi

il

2-3 febbraio 1884

81

Le

leggi Berti, come era prevedibile, pur emendate passarono, ma

un fatto nuovo e veramente importante si era verificato: i tipografi

milanesi, in questa lotta , avevano ritrovato quella compattezza e

quell'unità che li aveva visti scendere nelle piazze nel 1880, ma

soprattutto si erano trovati, e questo

è

l'elemento veramente nuovo,

per la prima volta, uniti , in una lotta attiva di carattere squisitamente

politico con tutta la classe operaia

82

Ancor più forte si fa il senso dell'unità con tutta la classe operaia,

sempre nel 1884, in occasione dello sciopero del Polesine.

«

La fa–

me, - si legge nella

«

Tipografia Milanese

» " -,

ha spinto i conta–

dini del Polesine ad abbandonare il lavoro, e come

è

avvenuto in

altre occasioni,

il

liberalissimo governo di sinistra ha sostituito gli

scioperanti coi soldati per compiere la mietitura in sospeso

».

Con

dure parole i tipografi milanesi bollavano la politica governativa,

che usava, per questa

«

hella missione

»,

proprio l'esercito

«

composto

per la maggior parte di quegli stessi contadini che domani, ritornati

alle loro case, non esiteranno a far causa comune coi fratelli di la–

voro

»

e organizzava immediatamente gli aiuti.

In

particolare, la

Sezione compositori della Sede milanese, in conformità alle direttive

del Comitato Centrale, aperse una sottoscrizione per soccorrere i

contadini

84

La lotta dei tipografi milanesi contro le leggi Berti e la loro

manife5tazione di solidarietà con i contadini del Polesine dimostra–

rono come fosse oramai impossibile attenersi, nella lotta quotidiana,

al divieto di far politica sancito dallo Statuto e come tale divieto fosse

nei fatti ormai superato. Era quindi naturale che lo

«

scottante

»

problema della politica tornasse a riproporsi all'interno della Asso–

ciazione più vivo e urgente che mai: in particolare sempre più nume–

rgsi

diventavano nelle file della Sede milanese i fautori della politi–

cizzazione della Società

85

È

inoltre significativo che, intorno al 1884-85, nell'ambito della

Associazione, sempre più numerosi si facessero gli aderenti o i sim–

patizzanti del Partito Operaio Italiano. Secondo questi ultimi molti

erano i punti di contatto tra il Partito e l'Associazione

«

in ciò che

ha rapporto alla sua azione di fronte al capitale ».

In

particolare,

una stretta collaborazione tra Associazione e Partito Operaio avrebhe

59

Biblioteca Gino Bianco