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nove ore, decise la soppressione della sezione tipografica

99

,

mentre

il secondo,

«

con l'aiuto della questura, resisteva a tutta oltranza

» "",

tanto che l'Associazione dovette, ancora una volta, rinunciare a scon–

figgere Vallardi, giudicando più che soddisfacenti i risultati acquisiti

nella massima parte delle aziende.

Il 1° gennaio 1893 l'agitazione dei tipografi milanesi venne

uffi.

cialmente dichiarata chiusa. La lotta si concludeva con una nuova

importante vittoria, ma, ancora una volta, la vittoria non costituiva

un punto di arrivo, bensl un punto di partenza. La lotta infatti conti–

nuava, e più tenace di prima: si trattava ora, non solo di impedire

le trasgressioni alla nuova tariffa, ma anche di bloccare soprusi e

licenziamenti per rappresaglia. E a questo scopo ancora una volta

l'Associazione, forte ormai dei suoi 1.197 iiscritti (851 compositori

e 346 impressori), costituiva una commissione di vigilanza sulla tariffa

alla quale affidava

il

compito di guidare la guerriglia di resistenza

101

La lotta unitaria del 1892 portò anche ad una notevole crescita

della coscienza politica degli operai. Anche se infatti

la

maggioranza

degli iscritti all'Associazione ufficialmente era favorevole alla

«

non

politicità» della stessa (al V Congresso tipografico, come vedremo

tra poco, venne respinta la proposta di far aderire le Sedi al Partito

dei Lavoratori),

è

altrettanto vero che molto forte e numerosa era

oramai diventata la schiera dei sostenitori della partecipazione attiva

alla vita politica, mentre sempre più frequenti apparivano nella

«

Tipo–

grafia Milanese » voci professanti nuovi princlpi fortemente intrisi

di ideali socialisti.

Una nuova coscienza,

è

indubbio, era ormai subentrata in molti:

e

fu

proprio la coscienza dell'integrale sfruttamento, non solo fisico,

ma anche morale, che spinse molti ad adoperarsi sempre di più nel

tentativo di incidere, in qualche modo, in ogni aspetto della vita

sociale. E in questa prospettiva appunto ci sembra vada vista la par–

tecipazione alle elezioni amministrative del 1889 che videro la ele–

zione di Vincenzo Corneo, più volte presidente dell'Associazione (il

quale riuscl ad ottenere tra l'altro una riforma degli appalti);

la

mobilitazione per l'osservanza della legge sui fanciulli del 1888 "";

la propaganda presso tutte le categorie operaie per la costituzione di

una Camera del Lavoro, istituita poi nel 1891, di cui essi stessi

si fecero promotori (nella commissione di gropaganda per

la

Borsa

del Lavoro ben 6 membri erano tipografi)

1

,

e, infine, la piena ade–

sione alla manifestazione del 1° maggio

1

°'.

E sempre in questa prospettiva squisitamente politica va vista la

partecipazione degli operai tipografi al Congresso operaio nazionale

tenutosi

il

29-30 giugno 1891,,congresso che i tipografi stessi promos–

sero allo scopo di prepararsi per quello internazionale di Bruxelles

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Biblioteca Gino Bianco